Oggi, 26 dicembre 2019, si ricorda Santo Stefano: viene rappresentato soprattutto con la dalmatica, una lunga tunica provvista di ampie maniche che arriva all’altezza delle ginocchia, abito proprio dei Diaconi durante le celebrazioni liturgiche, ed ha come attributo le pietre della lapidazione. Viene, a volte, rappresentato con le palme incrociate alla base delle sculture che lo raffigurano.
Santo Stefano è invocato per il mal di pietra (calcoli), è il patrono di tagliapietre e muratori, è invocato contro l’emicrania e per la buona morte (“era un uomo di fede e pieno di Spirito Santo” e “ricco di grazia e potenza, faceva grandi prodigi e miracoli tra il popolo).
Santo Stefano è protettore di Vimercate (Monza-Brianza), di Putignano (Bari), dove si conserva un frammento del suo cranio, è patrono di Concordia Sagittaria, di tutta la diocesi di Concordia-Pordenone e di Selci.
Santo Stefano è ritratto da Giotto, tra il 1330 e il 1335, in uno dei più raffinati dipinti su tavola superstiti del pittore. Santo Stefano viene rappresentato elegante, nella sua preziosa dalmatica, mentre regge un libro ben rilegato con una mano lunga, snella, geometrica. Sul capo sono poste le due pietre che lo hanno ucciso ma egli sembra non avvertire il senso del loro peso e il dolore.
Tra i proverbi più noti su Santo Stefano, ve ne è uno francese: “A Santo Stefano le giornate si allungano di uno spillo”.
Il più celebre è: “Durare da Natale a Santo Stefano”, a proposito di un nuovo acquisto che si rompe subito, nello spazio di un giorno.