Animali uccisi dalle forze dell’ordine, Lega Nazionale Difesa del Cane: “Ecco tutti i casi del 2019 in Italia”

Tequila, Rocky e Hollie rischiano di non avere giustizia perché i Pubblici Ministeri hanno chiesto l’archiviazione del caso
MeteoWeb

NOTA STAMPA LEGA NAZIONALE DIFESA DEL CANE:

Nel 2019 tre gravi casi di cani uccisi da rappresentanti delle forze dell’ordine per uno “stato di necessità” a nostro avviso insussistente: Tequila, Rocky e Hollie rischiano di non avere giustizia perché i Pubblici Ministeri hanno chiesto l’archiviazione del caso. LNDC si è opposta in tutti e tre i casi e si batterà affinché non passino sotto silenzio. Rosati: le forze di polizia dovrebbero proteggerci, non rappresentare un pericolo per noi e i nostri amici. Serve formazione adeguata per gestire casi con animali e sangue freddo, senza cedere a paure o bassi istinti.

Le violenze e le uccisioni di animali sono purtroppo in aumento in tutta Italia. L’ultimo anno però ha visto alcuni episodi particolarmente gravi che LNDC sta seguendo con molta attenzione. Andando in ordine cronologico, c’è stata Tequila – una cucciolona di pitbull – uccisa a Montesilvano, in provincia di Pescara. Poi è stata la volta di Rocky, un giovane pitbull ucciso a Napoli. Infine Hollie, una giovane meticcia uccisa all’Isola del Giglio. Ciò che accomuna questi tre drammatici casi e li rende particolarmente odiosi è che tutti e tre questi animali sono stati uccisi da rappresentanti delle forze dell’ordine con la pistola d’ordinanza.

Tequila era scappata al controllo dei suoi proprietari e vagava per la cittadina adriatica quando è stata freddata da un agente della Polizia Municipale. Rocky è stato coinvolto nell’arresto del suo proprietario e ha reagito al momento di concitazione, venendo quindi ucciso da un agente della Polizia di Stato. La colpa di Hollie invece è stata quella di “aggredire” un Carabiniere – senza nemmeno ferirlo – che prima le ha dato un calcio e poi l’ha uccisa con due colpi di pistola. Tre uccisioni incredibili e inaccettabili, ancor di più perché perpetrate da pubblici ufficiali che dovrebbero garantire la sicurezza e il rispetto della legge.

“Ciò che rende questi casi ancora più gravi è che per ognuno di essi, avvenuti in parti diverse d’Italia, i PM hanno richiesto l’archiviazione, come se fossero cose poco importanti”, afferma Michele Pezone –Legale e Responsabile Diritti Animali LNDC Animal Protection. “Ovviamente ci siamo opposti a tutte e tre le richieste di archiviazione, smontando punto per punto le motivazioni che hanno portato i Pubblici Ministeri a minimizzare le colpe degli esponenti delle forze dell’ordine coinvolti. Abbiamo chiesto quindi ai giudici dei tre tribunali di svolgere indagini suppletive dando precise indicazioni al riguardo.”

“Nel caso di Tequila, l’esame autoptico sembrerebbe evidenziare che la cucciolona si trovasse stesa a terra a pancia in su quando l’agente le ha sparato, in un atteggiamento tipico di sottomissione e inoffensività. Per quanto riguarda Hollie, invece, lo stesso Carabiniere non ha portato alcuna prova a dimostrazione della aggressione che avrebbe subito. Il caso di Rocky è più complesso perché i momenti erano molto concitati ma tanti video girati in rete non sembrerebbero mostrare un atteggiamento così aggressivo del cane da giustificarne l’uccisione. Anzi, dai filmati si vede che è proprio il poliziotto a cercare il cane per sparare il secondo colpo dopo averlo già ferito”, fa sapere Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection.

“Non possiamo assolutamente lasciare che questi tre gravissimi casi passino sotto silenzio e vengano archiviati come se nulla fosse. Gli appartenenti alle forze dell’ordine devono ricevere una formazione adeguata per gestire in maniera corretta le situazioni che coinvolgono animali e, soprattutto, devono essere in una condizione psicologica tale che permetta di mantenere il sangue freddo e non sparare senza motivo pensando che ‘tanto è solo un cane’. Questo non è assolutamente accettabile. Le forze di polizia devono proteggerci, non costituire un pericolo per noi e i nostri animali”, conclude Rosati.

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