Cambiamenti climatici, “Mare Caldo”: il Mediterraneo “si alza di 2,4 mm l’anno”, “gravissimi gli impatti sulla biodiversità”

"Mare Caldo": secondo Greenpeace nel Mediterraneo le conseguenze dei cambiamenti climatici sono particolarmente evidenti
MeteoWeb

Secondo il rapporto “Mare Caldo“, pubblicato oggi da Greenpeace, nel Mediterraneo le conseguenze dei cambiamenti climatici sono particolarmente evidenti: si stima che in Italia le temperature superficiali siano aumentate di circa 2 gradi negli ultimi 50 anni, e che l’innalzamento medio annuo del livello del mare sia stato di circa 2,4 millimetri negli ultimi 20 anni. “La minaccia dei cambiamenti climatici aggrava la crisi di un ecosistema già duramente colpito dalle attività antropiche, dalle trivelle, dalla pesca eccessiva e dall’inquinamento. I governi del Mediterraneo riuniti oggi a Napoli, a partire dall’Italia, devono mettere in atto subito misure concrete di tutela per aiutare questo fragile ecosistema a reagire a un cambiamento che è già in atto,” ha dichiarato Giorgia Monti, responsabile campagna Mare di Greenpeace Italia.

Gli oceani del pianeta svolgono un ruolo fondamentale contro i cambiamenti climatici, assorbendo calore e CO2 dall’atmosfera. Il riscaldamento del mare, l’acidificazione e la perdita di ossigeno stanno iniziando ad avere gravissimi impatti sulla biodiversità marina e non solo.
Il mare è uno dei nostri migliori alleati contro i cambiamenti climatici, ma affinché possa continuare a esserlo dobbiamo mantenerlo in salute. Per salvare i mari del Pianeta è necessario da un lato prendere subito, alla Cop 25 sul clima di Madrid, l’impegno di tagliare le emissioni, dall’altro studiarne i cambiamenti per tutelare le aree più sensibili. La comunità scientifica è concorde nel dire che per salvare gli oceani dobbiamo riuscire a tutelarne almeno il 30% entro il 2030 con una rete di Santuari marini, a partire dal Mediterraneo,” dichiara Giorgia Monti, responsabile campagna Mare di Greenpeace Italia.

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