Cambiamenti Climatici, Oxfam: la COP25 lascia di nuovo indietro i più deboli

Oxfam è al fianco del movimento Fridays For Future, che chiede interventi immediati per contrastare gli effetti del cambiamento climatico
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Mentre i popoli di tutto il mondo chiedono un’azione immediata per contrastare i cambiamenti climatici, le conclusioni della COP25 di Madrid ancora una volta non affrontano l’emergenza che colpisce soprattutto i Paesi più poveri del pianeta, dove centinaia di milioni di persone devono la loro sopravvivenza alla capacità di resistere e risollevarsi da catastrofi climatiche sempre più estreme, imprevedibili e frequenti: è l’allarme lanciato da Oxfam, che definisce l’ultima Conferenza sul Clima “un vertice totalmente paralizzato in negoziazioni tecniche che non hanno portato a nessun risultato di rilievo, malgrado le attese“.
Ancora una volta i Paesi più ricchi e responsabili della stragrande maggioranza delle emissioni inquinanti in atmosfera, anziché riconoscere le proprie responsabilità, hanno ignorato le richieste dei Paesi più poveri e colpiti dalla crisi climatica, che hanno chiesto con una sola voce lo stanziamento delle risorse necessarie a far fronte all’emergenza, che sta portando alla fame oltre 50 milioni di persone solo in Africa, costringendo a migrazioni forzate interne oltre 20 milioni di persone ogni anno, una ogni 2 secondi“, ha dichiarato la direttrice delle campagne di Oxfam Italia, Elisa Bacciotti. “Basti pensare che gli impegni assunti per la mitigazione del surriscaldamento globale provengono da Paesi che sono responsabili solo del 10% delle emissioni globali. L’ovvia conseguenza è che andando avanti di questo passo sarà impossibile contenere l’innalzamento delle temperature globali entro 1,5 gradi“.
La COP25 non ha stabilito nessun meccanismo finanziario aggiuntivo per tutelare i Paesi più poveri dai danni e dalle perdite causate dall’impatto del cambiamento climatico, sottolinea Oxfam, quindi “procedendo in questa direzione appare altrettanto evidente che – nonostante i Paesi più ricchi abbiano promesso quasi 90 milioni di dollari di nuovi finanziamenti per l’adattamento e stanziamenti al Fondo globale per il Clima (tolta la parte di prestiti e finanziamenti di vario genere) – l’obiettivo dello stanziamento di 100 miliardi di dollari da parte dei Paesi ricchi entro il 2020, per sostenere l’adattamento al cambiamento climatico delle comunità più vulnerabili nei Paesi poveri, resterà un miraggio“.
Mentre il crescente movimento globale di giovani e comunità di tutto il mondo che chiede l’azzeramento delle emissioni inquinanti entro il 2050, lascia ancora aperto un barlume di speranza, resta prioritario che tutti i paesi – a partire da quelli ad alto reddito, responsabili di un livello di emissioni 44 volte superiore ai Paesi poveri – si impegnino già dall’inizio del prossimo anno ad un taglio radicale delle emissioni per evitare impatti catastrofici prima che sia troppo tardi. La strada individuata con gli accordi di Parigi non è ancora svanita del tutto, ma è il momento di agire adesso“, ha concluso Bacciotti.

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