Slitta la chiusura della Conferenza dell’Onu sul Clima a Madrid. “I negoziati sono ancora lunghi”, ha spiegato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, incontrando i giornalisti fra un incontro bilaterale e l’altro. Nel giorno previsto per la fine delle trattative, che si sono aperte il 2 dicembre scorso, ci sono “bozze di testo” che “sono una base concreta di confronto“, aggiunge Costa sottolineando che i Paesi dell’Ue stanno lavorando affinché si raggiunga “una voce unica“. La presidenza del Cile, ha detto Costa, “come noi chiede di chiudere cercando l’ambizione più alta possibile, altrimenti significa lasciare le questioni aperte alla Cop26 che invece deve guardare agli ultimi cinque anni e progettare i prossimi dieci. Non bisogna strozzarla“, ha aggiunto il ministro.
L’Italia è partner della Gran Bretagna nella Cop del 2020. Ma per i giovani di Fridays for future, che hanno fatto un sit in un’area concessa accanto a dove si svolgono i negoziati, “il negoziato è fallito“. Il ruolo dell’Europa viene ritenuto importante dagli osservatori secondo cui, però, “non ha messo niente di concreto e preciso sinora sul tavolo“. Secondo alcune voci, gli Usa – nonostante abbiano chiesto di uscire dall’Accordo di Parigi – sembra vogliano avere voce in capitolo sui negoziati. Il principale elemento di scontro politico, spiegano gli osservatori, riguarda il livello di ambizione, l’impegno dei governi dei 196 Paesi più l’Ue di rivedere e aumentare entro il 2030 gli attuali obiettivi sottoscritti a Parigi di taglio di emissioni gas serra. Sul tavolo ci sarebbero due opzioni: l’una dice che entro il prossimo anno bisognerà aumentare gli impegni, l’altra si limita a fare un riferimento all’accordo di Parigi del 2015 in cui si diceva che alla Cop26 del 2020 gli stati avrebbero deciso di aggiornare gli attuali impegni.
Non è chiaro se questo abbia a che fare con altri nodi, dai meccanismi di calcolo dei crediti del mercato del carbonio (articolo 6 dell’Accordo di Parigi) piuttosto che alla finanza relativa agli aiuti per i disastri climatici (loss and damage). Il ministro Costa ha spiegato che “noi spingiamo verso un innalzamento dell’ambizione” dei target, “consapevoli che i Paesi in Via di Sviluppo chiedono un aiuto complementare” di circa 50 miliardi di dollari: “Siamo disposti a sforzi economici supplementari a patto di avere come contrappeso progettualità e trasparenza“. Sul dossier dei crediti di carbonio, rispetto alla “doppia contabilità” richiesta da alcuni Paesi come il Brasile, il ministro ha detto “che stiamo negoziando perché sia unica“. I crediti pre-accordo di Parigi “se immessi sul mercato abbassano il livello di ambizione per cui stiamo trattando per fissare una data, una percentuale di spendibilità e in che termini“. Costa ha poi assicurato che l’Italia “conferma il proprio contributo al Green climate fund” per sostenere i Paesi in via di Sviluppo nel rispondere alla sfida del global warming, limitando le emissioni di gas serra o favorendo politiche di adattamento. Il raddoppio del contributo che per l’Italia arriva a 500 milioni al 2025, ha ricordato Costa, è un impegno di tutti i Paesi che hanno deciso di “coprire” quanto dovuto anche da Usa e Australia, che si sono sfilati.
Clima, Cop 25: moderato ottimismo su accordo di consenso: “Non usciremo di qui senza un buon risultato”
“Oggi è il giorno in cui dobbiamo mostrare al mondo di essere in grado di far nascere un accordo, e sta iniziando ad emergere un moderato ottimismo su un consenso generale“: lo ha dichiarato in conferenza stampa Andrés Landerretche, Coordinatore della Presidenza della COP25 in corso a Madrid. “Stiamo conducendo in questo momento i negoziati al più alto livello, e non usciremo di qui senza aver ottenuto un buon risultato“, ha continuato Larreneche sottolineando come fra le questioni rimaste in sospeso la più complicata rimangano quelle legate all’articolo 6 dell’accordo di Parigi (sul mercato delle emissioni) e il finanziamento per i Paesi meno sviluppati. “Sono rimaste solo poche ore per un accordo, gli occhi della gente sono su di noi e continueremo a lavorare per un accordo per tutto il tempo necessario“.