Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha riconosciuto che la 25ª conferenza sul clima è stata “complicata” e ha colto l’occasione per chiedere “più impegno” davanti all’emergenza climatica: su Twitter ha scritto che si è trattato di “una conferenza sul clima complicata“, e che si “riconferma il valore della cooperazione internazionale, della scienza e l’esigenza di una maggiore azione climatica“. Il primo ministro spagnolo ha chiesto un maggiore impegno: “Mi aggiungo agli appelli che chiedono più impegno davanti all’emergenza climatica. Il livello di rischio futuro dipende da quanto trasversali e solide saranno le misure di mitigazione e di adattamento“.
“Mi sento orgoglioso dell’impegno e dell’appoggio significativi dimostrati dalla società spagnola davanti a questa grande sfida“, ha sottolineato Sanchez.
La Conferenza di Madrid si è conclusa oggi a mezzogiorno, prolungandosi più del previsto, con due giorni di ritardo: è stata la conferenza sul clima più lunga in 25 anni di storia di questi appuntamenti, a causa della mancanza di consenso riscontrata fino ad oggi tra le parti.
La conferenza sui cambiamenti climatici COP25 non è stata però un totale fallimento: si registrato un progresso dei governi su varie questioni fondamentali per rafforzare l’ambizione climatica nel 2020, anno in cui le nazioni dovranno presentare o aggiornare i loro contributi determinati a livello nazionale.
Durante la COP25 le parti sono riuscite a confermare l’importanza della scienza per il processo decisionale, e a rinnovare il meccanismo associato alla protezione contro gli impatti dei cambiamenti climatici (perdite e danni).
Per quanto riguarda l’Articolo 6, che mira a regolamentare il mercato del carbonio per incoraggiare il settore privato, le parti non hanno raggiunto alcun accordo, sebbene siano stati compiuti degli importanti progressi nei documenti tecnici che consentiranno di avanzare verso Glasgow 2020.