“Il sovranismo e il populismo alla Trump e Bolsonaro hanno ucciso le aspettative di milioni di giovani in tutto il mondo che chiedevano provvedimenti urgenti e radicali nella lotta al cambiamento climatico sabotando l’accordo finale della COP25“: lo afferma in una nota il coordinatore dell’esecutivo dei Verdi Angelo Bonelli: “L’America di Trump che riapre le miniere di carbone e vuole Trivellare il polo Nord, il Brasile di Bolsonaro responsabile in un solo anno di oltre 10 mila km/q di foresta amazzonica distrutta e che ha portato a sistematiche invasioni delle terre indios, sono queste le politiche prese ad esempio dal populismo e dal sovranismo globale. Anche quello italiano, grazie a Salvini e la Meloni, è sulla stessa lunghezza d’onda, tutti insieme stanno attaccando e compromettendo la possibilità di salvare questo Pianeta: il populismo è l’egoismo del presente mentre l’ecologismo rappresenta l’etica del futuro“.
“È per questo che siamo costretti a commentare le notizie che giungono dalla COP25 di Madrid che hanno deluso le aspettative di tutti gli ecologisti, a partire dalle giovani e i giovani dei Fridays For Future. Purtroppo c’è una distanza abissale tra l’urgenza dettata dagli scienziati e ciò che è emerso da questa COP25 – conclude Bonelli – che sancisce un criminale fallimento senza precedenti e mette a rischio il futuro del nostro Pianeta“.
La Conferenza sul Clima COP25 di Madrid si è chiusa con una intesa vaga in cui si esprime “la necessità urgente” di ridurre le emissioni da carbone: un accordo minimo, raggiunto al secondo giorno di estensione dei lavori che si sarebbero dovuti concludere venerdì.
I circa 200 Paesi firmatari dell’accordo di Parigi non sono riusciti a evitare il fallimento del summit: dopo due settimane di difficili negoziati e due ulteriori notti di trattative intense, nella sessione conclusiva hanno solo segnalato il “bisogno urgente” di agire contro il global warming, ma senza arrivare a un accordo su alcuni punti essenziali per rispondere all’emergenza climatica e agli appelli pressanti dei militanti ecologisti.
A pesare, in particolare, il mancato accordo sulle regole dei mercati internazionali di carbonio.
E’ stata raggiunta un’intesa di compromesso: vi è accordo sul fatto che quanto al taglio delle emissioni sarà necessario mettere sul tavolo nuove promesse, più ambiziose, entro la conferenza del prossimo anno a Glasgow, ma non si è trovato l’accordo sul mercato di carbonio e lo si è rinviato alla prossima riunione.