La Conferenza sul Clima COP25 di Madrid si è chiusa con una intesa vaga in cui si esprime “la necessità urgente” di ridurre le emissioni da carbone: un accordo minimo, raggiunto al secondo giorno di estensione dei lavori che si sarebbero dovuti concludere venerdì.
I circa 200 Paesi firmatari dell’accordo di Parigi non sono riusciti a evitare il fallimento del summit: dopo due settimane di difficili negoziati e due ulteriori notti di trattative intense, nella sessione conclusiva hanno solo segnalato il “bisogno urgente” di agire contro il global warming, ma senza arrivare a un accordo su alcuni punti essenziali per rispondere all’emergenza climatica e agli appelli pressanti dei militanti ecologisti.
A pesare, in particolare, il mancato accordo sulle regole dei mercati internazionali di carbonio.
E’ stata raggiunta un’intesa di compromesso: vi è accordo sul fatto che quanto al taglio delle emissioni sarà necessario mettere sul tavolo nuove promesse, più ambiziose, entro la conferenza del prossimo anno a Glasgow, ma non si è trovato l’accordo sul mercato di carbonio e lo si è rinviato alla prossima riunione.