Sub al lavoro in Nuova Zelanda per cercare i corpi di due persone ancora disperse a seguito dell’eruzione del vulcano White Island di lunedì, il cui ultimo bilancio è di almeno 17 morti. Le ricerche si concentrano in una zona in cui, all’indomani dell’eruzione, è stato visto galleggiare in mare un corpo. Il vulcano si trova su un’isola. I sub operano “in condizioni uniche e difficili” in acque “con una visibilità che varia da zero a due metri”, spiega il vicedirettore della polizia, John Tims. Altri sei corpi sono stati recuperati venerdì in un’operazione rischiosa condotta da soldati delle forze speciali neozelandesi, che sono andati a prenderli nonostante il pericolo di una nuova eruzione.
Delle 47 persone che si trovavano sull’isola al momento dell’eruzione, almeno 17 sono morte secondo l’ultimo conteggio diffuso dalla polizia sabato, conteggio che include un nuovo decesso sul quale non è stato fornito alcun dettaglio. La maggior parte delle persone presenti erano turisti venuti da Australia, Stati Uniti, Regno Unito, Cina, Germania, Malesia e Nuova Zelanda. Oggi la polizia ha identificato ufficialmente la prima vittima: si tratta di un’australiana di 21 anni, Krystal Browitt, che era in vacanza con altri familiari per festeggiare il suo compleanno. La premier neozelandese, Jacinda Ardern, ha invitato a osservare un minuto di silenzio lunedì in omaggio alle vittime alle 14.11 ora locale (le 2.11 di notte in Italia), esattamente una settimana dopo l’inizio dell’eruzione su White Island.