Greenpeace, attivisti in azione a Bruxelles: l’UE “si impegni di più per contrastare l’emergenza climatica [FOTO]”

Attivisti di Greenpeace in azione a Bruxelles: hanno simbolicamente portato l'emergenza climatica nel cuore del potere politico europeo
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Sessantuno attivisti di Greenpeace sono in azione a Bruxelles, dove hanno simbolicamente portato l’emergenza climatica nel cuore del potere politico europeo, prima del vertice odierno Ue sull’azione in materia di clima. La protesta arriva dopo la pubblicazione da parte della Commissione europea del Green Deal, un provvedimento, si spiega in una nota, “non sufficiente a contrastare la crisi climatica in corso, e coincide con le fasi finali della conferenza mondiale sul clima, la COP25 che si sta tenendo a Madrid.
Dopo essere arrivati a bordo di un’autopompa rossa d’epoca, 28 scalatori si sono arrampicati sull’Europa building, il palazzo del Consiglio europeo, avvolgendo l’edificio con immagini di gigantesche fiamme rosse e gialle, creando nuvole di fumo bianco e nero, fiamme rosse e suonando un forte allarme antincendio.

Gli attivisti hanno aperto un grande banner con il messaggio “Climate emergency”. I 33 attivisti appostati ai piedi del palazzo hanno inoltre mostrato messaggi in diverse lingue, tra cui un invito in italiano rivolto alle istituzioni europee: “Emergenza climatica, soluzioni ora!”

Il mondo è in fiamme e i nostri governi lo stanno lasciando bruciare. Non basta che si impegnino a favore di un’Ue neutrale dal punto di vista climatico nel 2050, quando i leader che si riuniscono oggi a Bruxelles avranno ormai lasciato le proprie cariche“, afferma Jorgo Riss, direttore di Greenpeace Eu. “Quello che conta è infatti l’azione urgente che intraprendono oggi mentre sono al potere. L’European Green Deal è un punto di partenza ma i governi devono andare oltre. Ciò significa concordare un obiettivo Ue per le emissioni nel 2030 che sia in linea con la scienza, nonché porre fine ai sussidi per le imprese di combustibili fossili, passare velocemente al 100% di energia rinnovabile, investire in trasporti sostenibili e nel risparmio energetico, ripristinare il nostro ambiente, le foreste e gli oceani“, conclude.

Secondo quanto previsto dall’Accordo di Parigi, spiega Greenpeace, “i governi devono presentare piani climatici nuovi o aggiornati per il 2030 prima del vertice mondiale sul clima che si terrà a Glasgow nel novembre 2020. Questi piani devono impegnare gli Stati ad adottare misure per limitare il riscaldamento globale entro i 2°C di aumento medio, meglio se entro 1,5°C, al fine di evitare un vero e proprio collasso climatico. Un recente rapporto dell’ONU mostra che gli attuali impegni globali sul clima porteranno a 3,2°C di riscaldamento globale, mentre gli attuali obiettivi dell’UE porterebbero a 3°C di aumento.” Per aumentare le possibilità di limitare il riscaldamento globale entro 1,5 °C, Greenpeace chiede all’Ue “di aggiornare l’obiettivo di ridurre le emissioni di almeno il 65% (rispetto al 1990) entro il 2030.

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