Dal coordinamento delle attività in materia di meteorologia e climatologia, anche fornendo supporto alle autorità statali e regionali preposte alla protezione civile, alla tutela della salute e dell’ambiente e alle politiche agricole, con particolare riferimento al sistema di allerta per il rischio meteo-idrogeologico e idraulico, all’agricoltura di precisione e ai cambiamenti climatici. Sono questi, in sintesi, gli obiettivi affidati ad Italiameteo, la nuova Agenzia nazionale per la meteorologia e climatologia. La bozza di regolamento che prevede l’istituzione dell’ente (con sede a Bologna e sottoposta ai poteri di indirizzo e vigilanza del Comitato di indirizzo per la meteorologia e la climatologia, istituito a Palazzo Chigi dalla legge di Bilancio per il 2019) ha avuto da poco il via libera, con alcune osservazioni e condizioni, dalle commissioni Ambiente di Camera e Senato. Starà ora al Governo, dunque, recepire le indicazioni parlamentari, modificando in Cdm, con l’approvazione in via definitiva, il provvedimento. Ecco i contenuti principali dello schema di regolamento che istituisce la nuova Agenzia.
Razionalizzare il sistema italiano della meteorologia – L’obiettivo dell’intervento dell’esecutivo è quello di “superare l’attuale frammentazione nella distribuzione delle competenze” ed “evitare sovrapposizioni o duplicazioni, favorendo una migliore integrazione delle conoscenze e delle capacità militari e civili, statali e regionali“, razionalizzando e riconducendo ad unità il sistema nazionale della meteorologia e della climatologia, per “potenziare la competitività italiana e la strategia nazionale in tale settore“. L’Agenzia, dunque, avrà il compito di coordinare le attività in materia di meteorologia e climatologia, supportando anche le autorità statali e regionali preposte alla protezione civile, alla tutela della salute e dell’ambiente e alle politiche agricole. Si occuperà, nel concreto, di funzioni e dei compiti conoscitivi, tecnico-scientifici e di responsabilità operativa nel campo della meteorologia e climatologia, con possibilità di stipulare convenzioni con Pa, enti e organismi del sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente e soggetti privati che svolgono, senza fine di lucro, un’attività operativa e che erogano prodotti o servizi di climatologia o meteorologia di interesse pubblico. Compresi, anche, gli “enti meteo”, individuati, in sede di prima applicazione, in un allegato al regolamento (tra cui, tra i 34 enti, ci sono: il dipartimento della Protezione civile, le Arpa, Ispra e alcune fondazioni e enti sub-regionali) o da individuare in un fase successiva con provvedimento del direttore dell’Agenzia, previo parere conforme del Comitato d’indirizzo per la meteorologia e la climatologia.
Scambio dati e convenzioni – Nell’ambito del sistema di allerta nazionale per il rischio meteo-idrogeologico e idraulico e di adattamento ai cambiamenti climatici alcune funzioni ad hoc sono affidate all’Agenzia: si va dalla raccolta e archiviazione di dati osservativi, previsioni e simulazioni alla ridistribuzione senza oneri e tempestivamente di dati, prodotti, elaborati, analisi, previsioni meteorologiche, climatologiche e marine, integrati, fino alla definizione di modalità di trasmissione e scambio di dati e archivi con gli enti con cui dovranno essere stipulate le convezioni. L’Agenzia, dunque, dovrà stipulare convenzioni ad hoc con soggetti pubblici che, in qualità di utenti di servizi meteo climatologici, necessitano di consulenza, assistenza, servizio e supporto e può anche sviluppare iniziative autonome, in collaborazione con soggetti pubblici e privati, purché non in contrasto con i propri obiettivi, compiti e responsabilità istituzionali. La trasmissione di dati, messaggi e previsioni all’Aeronautica militare, invece, avverrà con “continuità, tempestività e senza oneri”. La titolarità e responsabilità dei propri dati osservativi e delle proprie previsioni sono rimesse all’agenzia, mentre spetterà ai soggetti che diffondono a livello locale le previsioni il compito di dare visibilità al nuovo ente.
Personale, organi e risorse – Lo schema di regolamento prevede la confluenza presso l’Agenzia di risorse umane, finanziarie e strumentali finalizzate dagli enti meteo, previo accordo con gli interessati. La confluenza avverrà all’esito di un’attività di preliminare ricognizione, prevista in generale ogni due anni (su risorse umane, finanziarie e strumentali) “per mezzo di un provvedimento del direttore dell’Agenzia, previo parere conforme del Comitato d’indirizzo per la meteorologia e la climatologia“. Gli organi dell’Agenzia sono: il direttore; il comitato direttivo e il collegio dei revisori dei conti. Il direttore, su proposta del Comitato di indirizzo per la meteorologia e la climatologia, può istituire, a costo zero, il Comitato tecnico-scientifico, con funzioni consultive e composto da sei esperti in materia di meteorologia, climatologia, archivi dati o piattaforme applicative per la previsione e l’analisi di eventi meteorologici e climatici. Sulla valutazione delle performance si stabilisce che il nuovo ente si avvalga dell’Organismo indipendente di valutazione (Oiv) del Miur. Previsto che al personale dell’Agenzia si applichino le disposizioni del testo unico sul pubblico impiego, il dlgs 165 del 2001, e il ccnl del comparto funzioni centrali, compresa la possibilità di avvalersi, nei limiti delle disponibilità di organico, di personale proveniente da altre Pa in posizione di comando, ad esclusione di quello scolastico. L’Agenzia si avvale, poi, anche di un massimo di 30 unità di personale scientifico specializzato nel settore della meteorologia, con incarichi individuali di lavoro autonomo (il cui onere annuo è stimato in 100euro euro pro capite). Per gli incarichi di funzione dirigenziale, ancora, si prevede che essi siano conferiti dal direttore tenendo conto delle caratteristiche della posizione da ricoprire e dei programmi da realizzare nei limiti della dotazione organica.
Struttura organizzativa – In materia di organizzazione dell’ente, si prevede che l’Agenzia si articoli in 4 aree: attività operative; infrastrutture osservative e informatiche, anche con funzioni di ufficio per la transizione digitale; ricerca e sviluppo; amministrazione, personale, comunicazione e formazione.