Nuova scoperta sulle strategie di collaborazione tra esseri umani quando gli obiettivi sono in conflitto

Nuovo studio sulle strategie di partnership: collaborare quando gli obiettivi sono in conflitto
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Vittorio Sanguineti dell’Università di Genova e Vinil Chackochan del National Clinical FES Centre, presentano una nuova scoperta sulle strategie di collaborazione tra esseri umani, nella rivista PLOS Computational Biology.

Il nuovo studio suggerisce che quando due persone lavorano assieme ma i loro obiettivi sono in conflitto, l’informazione che hanno sul proprio partner determina la velocità e l’efficienza con cui imparano a collaborare.

La maggior parte delle precedenti ricerche sulla capacità tipicamente umana di coordinare le proprie azioni con quelle di altri si è occupata di situazioni in cui due persone condividono un obiettivo comune, come ad esempio trasportare un peso o usare uno strumento. Molto più spesso tuttavia, gli obiettivi sono in conflitto e le due persone devono capire ‘come’ collaborare. Pochi studi hanno esplorato queste situazioni.

Esperimento UniGe collaborazioneIn questo nuovo studio, Chackochan e Sanguineti hanno progettato un esperimento in cui due partecipanti dovevano eseguire movimenti diversi mentre erano vincolati meccanicamente.

Hanno usato gli strumenti della statistica Bayesiana e della teoria dei giochi per sviluppare un modello matematico che simula tali situazioni.

I risultati dell’esperimento e le simulazioni hanno rivelato che quando una persona dispone di maggiori informazioni su ciò che sta facendo il proprio partner reagisce alle proprie azioni, la collaborazione viene sviluppata più velocemente e la coppia sviluppa strategie di interazione ‘ottimali’, simili a quelle predette dalla teoria dei giochi (equilibrio di Nash). Al contrario, se è disponibile meno informazione sul partner, le persone tendono a sviluppare strategie che minimizzano il bisogno di tale informazione.

Questi risultati forniscono una nuova comprensione dei meccanismi di elaborazione necessari per sviluppare forme stabili di collaborazione. Capire i meccanismi alla base dell’interazione inter-personale può servire a sviluppare robot che interagiscono con le persone in un modo più naturale e più simile all’uomo.

“La teoria dei giochi ha avuto un profondo impatto in molti ambiti, dall’economia alle scienze politiche, alla linguistica, alla ricerca operativa a molti altri – dicono i ricercatori – l’applicazione della teoria dei giochi allo studio dell’interazione fra persone può avere un enorme potenziale, specialmente per quanto riguarda l’interazione fra uomini e robot, ad esempio nella riabilitazione assistita da robot”.

I ricercatori intendono ora esplorare come le persone acquisiscono e rappresentano la conoscenza sulle azioni e le intenzioni del proprio partner. Intendono inoltre sviluppare un agente virtuale bio-ispirato con intrinseche capacità di sviluppare collaborazioni.

https://journals.plos.org/ploscompbiol/article?id=10.1371/journal.pcbi.1006385

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