In futuro i pomodori potranno crescere sui tetti dei grattacieli, ma anche nelle serre spaziali: sono state create le prime piante col DNA modificato, che generano rami corti e portano a maturazione frutti tondi, piccoli e molto compatti in poche decine di giorni, ottime per coltivazioni tipiche dell’agricoltura urbana e delle missioni spaziali.
I risultati dei primi esperimenti sono stati pubblicati su Nature Biotechnology dai ricercatori del Cold Spring Harbor Laboratory, negli Stati Uniti: sono stati modificati 3 geni nel DNA del pomodoro (SP e SP5G sono stati regolati per indurre la pianta a bloccate precocemente la crescita per produrre fiori e frutti prima del tempo; SIER è stato modificato con la tecnica Crispr per ottenere rami più corti).
“Abbiamo dimostrato come produrre coltivazioni diverse, senza la necessità di bistrattare la terra o usare eccessive quantità di fertilizzanti, che poi finiscono nei fiumi e corsi d’acqua. Il nostro un approccio complementare che aiuta a nutrire le persone, a km zero e con un minore impatto ambientale,” ha spiegato il biologo Zachary Lippman, tra gli autori della ricerca.