Razzismo in ospedale dopo la morte di una bimba di 5 mesi, parla il padre: “Ecco la verità su ciò che hanno detto a mia moglie”

La bimba, forse vittima di un caso di morte in culla, è passata in secondo piano per tutti, ma non per i genitori, straziati dal dolore
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Dopo gli insulti alla moglie in ospedale dopo che aveva appena perso la sua piccola di cinque mesi, oggi Abdulras Aki Alimi, 40enne della Costa d’Avorio, padre della neonata, Mistura, ha presentato denuncia ai carabinieri. L’uomo si è recato al Comando provinciale di Sondrio per raccontare quanto riferitogli dalla compagna, Helly Mohamed, bersaglio, dopo la notizia della morte della piccina, di presunti insulti razzisti nel pronto soccorso di Sondrio.

La mia compagna mi ha raccontato che subito dopo che i medici le hanno riferito che nostra figlia non ce l’aveva fatta – si legge nel verbale di querela – mentre si trovava nei pressi del bagno, disperata per la notizia, ha visto due persone, una stesa sulla barella con una maschera per ossigeno, ed una in piedi. Una delle due ha detto una frase di questo tipo: ‘Smettila di piangere anche se è morto il tuo bambino, vattene, fai troppo rumore’. L’altra ha risposto: ‘Ma non hai cuore?’“. Una frase che si aggiunge a quelle che alcune testimoni dichiarano di aver sentito in sala d’attesa, secondo i quali qualcuno avrebbe dato della ‘scimmia’ alla donna. “Ma a noi in questo momento non importa molto di quello che e’ stato detto – hanno detto i genitori -. Abbiamo perso nostra figlia, pensiamo solo a questo“. Intanto, nei giorni scorsi l’anatomopatologo ha effettuato l’autopsia sul corpo della piccola. Si sarebbe trattato, quasi certamente, di morte in culla. “Siamo in attesa dei risultati di ulteriori accertamenti richiesti, ma l’autopsia non ha rilevato elementi che possano far pensare ad altre cause“, ha spiegato il procuratore della Repubblica di Sondrio, Claudio Gittardi. In merito ai presunti insulti razzisti in Pronto soccorso, la Procura sta valutando la possibilità di aprire un fascicolo contro ignoti per diffamazione aggravata dall’odio razziale. 

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