Il terribile terremoto di Lisbona, il castigo di Dio e i danni causati dall’uomo: storia di un sisma che ha cambiato il mondo

La mattina del 1 novembre 1755 si registrò un forte terremoto con epicentro non distante da Lisbona, capitale del Portogallo: domani Alessandro Barbero ne parlerà su Rai Storia
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La mattina del 1 novembre 1755 si registrò un forte terremoto con epicentro non distante da Lisbona, capitale del Portogallo. Più di metà della città viene rasa al suolo, anche a causo dello tsunami generato dal sisma. Lo racconta il documentario ”Il terremoto di LISBONA” in onda domani alle 22.10 su Rai Storia, con un’introduzione del professor Alessandro Barbero. L’evento ebbe profonde ripercussioni sulla società portoghese, tanto che le ambizioni coloniali del Portogallo nel XVIII secolo vennero totalmente distrutte. L’eco dell’evento fu amplissima in tutta Europa, originando anche profonde riflessioni sulla natura di Dio e sull’inspiegabilità delle sue “punizioni”.

Il sisma avvenne durante la festività di Ognissanti, molto sentite dai cattolici portoghesi, proprio mentre i cittadini si dirigevano verso gli edifici di culto per assistere alla messa. Erano le 9.30 del mattino quando un tremendo boato fece tremare la tessa, e si trattava solo della prima di tre violente scosse – della quali la seconda arrivò a 8,7 gradi Richter – che rasero al suolo la città in sei minuti. Soprattutto la seconda arrivò a 8,7 gradi della scala Richter. Al termine del sisma la città era un cumulo di macerie. A causa di candele e bracieri scoppiarono incendi per tutta la città, che restò avvolta dalle fiamme  per cinque giorni.

Il terremoto causò una lunga diatriba tra i grandi pensatori dell’epoca. Il gesuita italiano Gabriele Malagrida lo indicò come un evidente castigo divino; Voltaire invece vi dedicò un poema, in cui cercava di confutare l’ideologia ottimistica di filosofi come Leibniz, secondo i quali «l’uomo vive nel migliore dei mondi possibili»; Jean-Jacques Rousseau, da parte sua, invitò Voltaire a riflettere invece su un tema oggi attualissimo, ovvero l’impatto dell’azione dell’uomo sull’ambiente. «La natura – scrisse – non aveva affatto riunito in quel luogo ventimila case di sei o sette piani e se gli abitanti di quella grande citta? fossero stati distribuiti piu? equamente sul territorio e alloggiati in edifici di minor imponenza, il disastro sarebbe stato meno violento o, forse, non ci sarebbe stato affatto».

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