Il nuovo coronavirus cinese continua a fare vittime e nuovi contagi nel Paese, ma anche fuori dai confini cinesi aumentano i casi grazie alla forza di diffusione e contagio. Ormai è confermato che il coronavirus 2019-nCov può trasmettersi da uomo a uomo e auto-sostenersi nella sua propagazione, cioè l’epidemia può diffondersi da uomo a uomo senza fatica, come spiega Andrea Pugliese, dell’università di Trento, che elabora modelli matematici delle epidemie. “I dubbi iniziali sono ormai stati fugati ed è sicuro che questo virus può propagarsi da uomo a uomo”, rileva.
Secondo le stime pubblicate dal gruppo dell’Imperial College di Londra guidato da Neil Ferguson, ogni persona contagiata dal virus 2019-nCov può infettarne in media altre 2,6, con un tasso che varia da 1,5 a 3,5. Un tasso di diffusione confrontabile a quello della Sars e della pandemia influenzale del 2009, ma inferiore a quello del coronavirus responsabile della Mers. Dati che però potrebbero essere ancora un po’ prematuri secondo gli esperti. “I ricercatori hanno potuto lavorare finora su pochissimi dati – rileva Pugliese – e ancora non si sa con esattezza quante siano le persone contagiate. È ben diverso dire che una persona può trasmettere il virus a 1,5 persone o a 3,5. C’è ancora troppa incertezza“.
Concorda la virologa Ilaria Capua, che evidenzia come “tanto minore è il numero di dati a disposizione, tanto maggiore è il rischio di errori nel modello epidemiologico. Dopo una settimana in cui la situazione è esplosa, è forse un po’ prematuro elaborare un modello perché i dati stanno ancora arrivando”. Di sicuro questa nuova epidemia “senza misure di controllo si diffonderebbe, anche se non è detto che i provvedimenti adottati alle frontiere, pur se utili, possano bloccarla completamente”, aggiunge Pugliese. Il dato positivo, aggiunge, è che “è migliorato il sistema di sorveglianza e notifica dei contagi“.
Se per Bill Gates bisogna investire per sviluppare tutte le contromisure possibili per combattere la pandemia, per Ilaria Capua “è fondamentale informare i cittadini bene sulle cose da fare e avere fiducia nelle istituzioni. Una trasparenza che è necessaria anche da parte dei ricercatori, che dovrebbero tutti mettere a disposizione degli altri le sequenze genetiche dei virus, così come hanno fatto i cinesi ora“. Non bisogna dimenticare, aggiunge la virologa, che “la salute è circolare e che gli sconvolgimenti che portiamo all’ambiente hanno delle conseguenze. Quando si disbosca una foresta, alcuni dei patogeni ospitati finiscono nei mercati con gli animali e, se ciò avviene in gran numero, i rischi per l’uomo possono aumentare“.