“La terapia potrebbe continuarla per bocca, la paziente sta già abbastanza bene. E’ sfebbrata, ieri sera aveva 37°C di temperatura e non ci sono complicanze. Certo, nessuno vieta che abbia due malattie e non una. Ma se sarà confermata esclusivamente solo questa infezione da micoplasma, la terapia la può fare a casa e in 48 ore potrebbe essere dimessa“: lo ha dichiarato Gioacchino Angarano, primario di malattie infettive al Policlinico di Bari, riferendosi alle condizioni della donna ricoverata per sospetto coronavirus. “La paziente è tranquilla perché è stata tranquillizzata da noi, ha capito che c’è stata la necessità di attivare l’isolamento e anche in reparto non c’è nessuna preoccupazione“.
Già nella serata di ieri gli esami eseguiti a Bari hanno individuato una positività al micoplasma pneumoniae, una specie di batterio che causa polmonite. Il Policlinico sta ora aspettando i risultati degli accertamenti diagnostici dall’istituto Spallanzani di Roma.
La donna è tornata dalla Cina con sintomi influenzali che hanno fatto sospettare che si trattasse del coronavirus cinese, escluso dai primi esami eseguiti nel Policlinico: “Il medico di famiglia a cui si era rivolta per il malessere che aveva avuto per tutto il viaggio di rientro e appena prima di ricoverarsi, le aveva consigliato di rivolgersi ad un ospedale” ha spiegato il primario. “Ha iniziato a star male subito prima di partire“.
La donna era stata in Cina più di una settimana, è ripartita per l’Italia il 19, dove è arrivata il giorno dopo con sosta per cambio aereo a Fiumicino e poi a Brindisi.
“E’ stato un falso allarme fino a un certo punto, perché è una persona che viene da una zona a rischio con una sintomatologia compatibile con quella del coronavirus. Quindi non è un falso allarme, è un allarme reale che è stato sciolto trovando un altro agente. In ogni caso dobbiamo avere tutte le conferme,” ha precisato il professor Gioacchino Angarano. “Questo caso ci è servito a dimostrare che tutto funziona. La nostra organizzazione è perfettamente rodata, si basa su grandi professionalità, dagli infermieri agli ausiliari ai medici all’amministrazione centrale“. “E’ una malattia nuova, quindi noi qui non abbiamo ancora i reagenti particolari. E’ simile al Virus della Sars, quindi i test si basano soprattutto su quelle conoscenze che noi abbiamo, ma simile non vuol dire uguale“.