Gli incendi devastanti che stanno bruciando in Australia hanno colpito duramente la fauna locale ma ora Michael Clarke, ecologo della La Trobe University a Bundoora, Melbourne, che ha studiato l’effetto degli incendi sugli ecosistemi e il modo in cui questi si riprendono, ha aggiunto un ulteriore effetto negativo dei roghi sugli animali. Secondo Clarke, gli animali che sopravvivranno ai roghi attuali, non riusciranno a scampare nei mesi successivi alla mancanza di cibo e all’habitat impervio in cui si troveranno. Da quando, 15 anni fa, un incendio ha devastato la sua proprietà agricola, Clarke ha studiato come gli animali si comportano dopo gli incendi.
Intervistato da Nature, ha spiegato perché gli incendi di questa stagione australe potrebbero rivelarsi particolarmente devastant: “Dopo un incendio una foresta è mortalmente silenziosa. A parte i ‘becchini’ -i mangiatori di carogne come i corvi che picchiettano sui cadaveri- non c’è molto altro: è un’esperienza agghiacciante. E per i sopravvissuti, si prospetta una vita particolarmente pericolosa. Gli animali che riescono a superare indenni il fuoco devono affrontare tre grandi sfide. Prima di tutto devono trovare riparo nelle situazioni estreme climatiche: luoghi in cui possano proteggersi dalle intemperie, come la cavità di un albero o una tana nel terreno. Il secondo è il rischio di morire di fame. Il terzo è che devono evitare i predatori come i gatti selvatici o le volpi. Sono dunque molto esposti perché non ci sono posti dove nascondersi in un paesaggio brullo“.
L’entità dei roghi che da mesi bruciano in Australia, negli Stati del Nuovo Galles del Sud e Victoria, non ha precedenti. Non solo per gli spazi enormi ridotti in cenere, ma anche perché “gli incendi stanno bruciando in modo diverso da come hanno fatto in passato”, prosegue Clarke. “Un tempo, si poteva fare affidamento sui canali umidi nel terreno che fanno da barriere naturali alla propagazione delle fiamme. Ma quest’anno, con la siccità, i fuochi avanzano attraverso i canali e le sacche della foresta pluviale e che sarebbero invece i luoghi in cui gli animali potrebbero rifugiarsi in futuro“. Certamente alcuni animali sono più resistenti al fuoco di altri: “I più adatti sono quelli che possono rimanere sottoterra: le colonie di termiti ronzano allegramente sotto i roghi che consumano tutto. Ugualmente le lucertole nelle tane. Ma la stragrande maggioranza degli animali viene semplicemente incenerita. Sono a rischio anche gli uccelli molto grandi e che volano in alto. Ci vorrà tempo per capire l’entità del danno e il recupero sarà più lento che nelle precedenti occasioni. La ricrescita della vegetazione dipende dalle precipitazioni e le piogge sono diventate così imprevedibili. Quanto alle cavità degli alberi e agli alberi che producono nettare, risorse così preziose per gli animali, impiegano anni se non decenni per riprendersi”.