Alcune equipe di scienziati lo cercano da tempo come se fosse una sorta di “Sacro graal”. E’ la massima aspirazione dei virologi. Si tratta del vaccino universale contro l’influenza. Magari da somministrare tramite cerotti con microaghi, dunque indolore. Ebbene, pare si tratti di un’utopia sempre più vicina.
Una nuova nanoparticella che combina due proteine maggiori dell’influenza è risultata, in uno studio sui topi, efficace nel garantire un ampio e duraturo ‘effetto scudo’ contro sei differenti ceppi di virus. Gli autori della ricerca, un team dell’Institute for Biomedical Sciences della Georgia State University, attraverso un’iniezione intramuscolare hanno immunizzato i roditori con la nanoparticella a doppio strato contenente le proteine M2e e Na, e li hanno poi esposti al virus dell’influenza.
I risultati ottenuti, spiegano gli esperti nello studio pubblicato su ‘Advanced Healthcare Materials’, suggeriscono che questa combinazione unica ha un potenziale come vaccino antinfluenzale universale o come un suo componente. “Conferisce ai topi una forte protezione incrociata – evidenzia Ye Wang, primo autore del lavoro – In ogni stagione influenzale abbiamo diversi ceppi che ci colpiscono. Usando questo approccio speriamo che il ‘nanovaccino’ possa proteggere le persone”.
La proteina M2e è stata trovata in tutti i ceppi di virus influenzale, ognuno dei quali ne possedeva una versione molto simile. Questa proteina è inoltre mutata molto lentamente nel tempo. La seconda proteina, Na, è stata invece scoperta sulla superficie del virus dell’influenza e anche questa è mutata molto più lentamente di altre proteine. “Sta diventando un antigene molto importante per la ricerca sui vaccini antinfluenzali – riflette Gilbert Gonzalez, coautore dello studio – Precedentemente è stata ignorata in favore di una molto più dominante, la proteina Ha, che però muta molto rapidamente ed è il motivo per cui ogni anno la composizione vaccinale deve essere cambiata dagli scienziati”.
Il cuore della nuova ‘nanoparticella vaccino’ a doppio strato è M2e, mentre Na ne riveste la superficie. Nei topi immunizzati l’effetto scudo messo alla prova dagli attacchi virali persisteva immutato anche 4 mesi dopo l’iniezione. Ad oggi, riflettono gli autori, i vaccini contro l’influenza stagionale non sono sufficienti a prevenire l’epidemia. Svilupparne uno universale si delinea come la strategia ideale per eliminare una minaccia per la Salute pubblica quale è appunto l’influenza epidemica o addirittura pandemica. Un vaccino universale potrebbe eliminare la necessità di immunizzarsi ogni anno quando la stagione dei virus influenzali è alle porte, sottolineano gli autori. Il prossimo step degli scienziati sarà quello di caricare la nanoparticella a doppio strato su cerotti con microaghi per una vaccinazione cutanea e indolore.