Meningite in Lombardia: il focolaio “può essere circoscritto evitando un’epidemia”

Esperti EpiCentro: "Poiché le autorità sanitarie stanno intervenendo in modo rapido e massivo il focolaio può essere circoscritto evitando quindi un’epidemia su larga scala"
MeteoWeb

La vaccinazionerimane la principale forma di prevenzione contro il meningococco e il modo migliore per circoscriverne e limitarne la circolazione nella popolazione. Fortemente raccomandato per i bambini e per gli adolescenti (come indicato nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019, PNPV), il vaccino anti-meningococcico può essere comunque somministrato a tutte le età. È infatti in questa direzione, ampliando l’offerta vaccinale contro il meningococco, che si sono abilmente mosse le autorità locali lombarde (in accordo con l’Istituto Superiore di Sanità, ISS, e il ministero della Salute) per rispondere tempestivamente ai casi di malattia invasiva da meningococco di sierogruppo C segnalati in Provincia di Bergamo tra dicembre 2019 e l’inizio del 2020“: è quanto si legge in un approfondimento su EpiCentro, il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità.

Per fare il punto della situazione e condividere le attività intraprese, “il 7 gennaio 2020 a Bergamo, si è tenuta una riunione della task force attivata da ministero della Salute per rispondere al focolaio lombardo. Oltre al Ministero stesso, fanno parte della task force anche l’ISS, l’AGENAS (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) e la Conferenza Stato-Regioni e delle autorità sanitarie locali e regionali.

  • Il primo caso segnalato ha manifestato i primi sintomi il 2 dicembre 2019 ed è deceduto il giorno successivo per sepsi meningococcica. La persona colpita dall’infezione non era vaccinata contro il meningococco di tipo C (Men C). Le autorità sanitarie locali hanno inviato il ceppo al Laboratorio di riferimento nazionale per il meningococco dell’ISS per la genotipizzazione e in qualità di centro di coordinamento della sorveglianza nazionale delle malattie batteriche invasive.
  • Anche il secondo caso, non letale, non risulta vaccinato per Men C. Dopo aver verificato l’appartenenza allo stesso genotipo del primo caso, tramite l’invio del campione all’ISS, l’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo (ATS) ha avviato oltre alla chemioprofilassi per i contatti stretti dei pazienti una campagna di vaccinazione di massa per offrire gratuitamente la vaccinazione contro il Men C alla popolazione dell’area interessata di età compresa tra gli 11 e i 60 anni.
  • Il terzo caso è stato segnalato il 21 dicembre 2019 ed è risultato positivo al meningococco C e allo stesso ceppo dei primi due casi.
  • Il quarto caso ha manifestato i primi sintomi il 2 gennaio 2020 ed è deceduto il 3 gennaio. Anche in questo caso si tratta di infezione da Men C.
  • Il quinto caso registrato invece, non è correlato ai primi quattro essendo stato causato da meningococco di sierogruppo B.

Tutti i casi si sono verificati nella stessa area geografica nell’arco di un mese ma poiché le autorità sanitarie stanno intervenendo in modo rapido e massivo il focolaio può essere circoscritto evitando quindi un’epidemia su larga scala. Bisogna tuttavia sottolineare che poiché il vaccino inizia ad avere efficacia dopo 15-20 giorni dalla sua somministrazione, potrebbero verificarsi nuovi casi fino a quando la vaccinazione della popolazione locale non cominci a dare i suoi effetti. È importante inoltre considerare che nel caso del meningococco la vaccinazione è particolarmente indicata come forma di prevenzione poiché nel caso di infezione i tempi tra l’esordio dei sintomi e lo sviluppo della malattia sono molto rapidi.

I dati della sorveglianza nazionale delle malattie invasive da meningococco mostrano che “in Italia circola normalmente sia il meningococco di tipo C che il meningococco di tipo B (Men B). Sono infatti circa 200 i casi di meningococco registrati nel nostro Paese ogni anno. Il Men B (che colpisce maggiormente bambini e adolescenti) risulta il più diffuso seguito dal Men C (che colpisce prevalentemente giovani adulti e adulti). Dunque, nonostante la circolazione fisiologica dei batteri sia nota, quando ci si trova – come per il focolaio lombardo – di fronte a casi concentranti nel tempo e nello spazio è fondamentale che siano avviati interventi mirati e specifici di sanità pubblica.”

L’attenzione, spiegano gli esperti ISS* “quindi deve rimanere alta sia nel caso specifico del focolaio di Bergamo sia nel caso di eventuali casi isolati che si potrebbero verificare. Per supportare il monitoraggio e la gestione dei casi e degli outbreak, presso il dipartimento Malattie infettive dell’ISS è attivo il coordinamento nazionale del sistema di sorveglianza delle malattie batteriche invasive da N. meningitidis, S. pneumoniae e H. influenzae e delle meningiti batteriche. Inoltre, grazie al lavoro del Laboratorio di riferimento nazionale per il meningococco, l’ISS supporta la diagnosi e la genotipizzazione dei campioni e le iniziative di sanità pubblica compresa la strategia per la vaccinazione.”

*Paola Stefanelli e il gruppo di lavoro meningococco (Cecilia Fazio, Arianna Neri, Paola Vacca, Annapina Palmieri, Luigina Ambrosio, Anna Carannante) – Dipartimento Malattie infettive, ISS

Condividi