Il microrganismo responsabile della polmonite misteriosa che sta colpendo in Cina “è il 3° coronavirus a fare il salto di specie dall’animale all’uomo in 17 anni: dal 2003 abbiamo avuto prima la Sars in Cina, poi la Mers in Medio Oriente, e ora questo episodio ancora in Cina. Questi virus hanno un potenziale che prima non conoscevamo: bisogna studiarli con occhi nuovi, consapevoli dell’effetto della globalizzazione, ma anche dei social media“, ha spiegato all’Adnkronos Salute la virologa e ricercatrice Ilaria Capua, raggiunta telefonicamente negli Stati Uniti dove dirige il One Health Center of Excellence dell’University of Florida.
Alcuni scienziati britannici ipotizzano un numero di infezioni ben superiore alle 50 confermate, parlando di oltre 1700 casi. “Dobbiamo studiare questi virus con occhi nuovi rendendoci conto che viviamo in un mondo globale, dove i social media potrebbero essere preziosi per innovative campagne di controllo e contrasto, ma potrebbero anche insidiarle, veicolando e diffondendo informazioni scorrette“, ha aggiunto. Proprio per avvicinare la scienza ai cittadini, Capua sta promuovendo la campagna #BeautifulScience, forte di un video con Andrea Bocelli e Giorgia, visibile sul sito dell’ateneo americano.
“Penso sia importante diffondere la passione per la scienza. Oggi poi non possiamo non interrogarci sull’impatto della trasformazione dell’ambiente che ci circonda sulla salute umana. Questo virus sembra arrivato dai pipistrelli, attraverso una specie animale, all’uomo. Il coronavirus sta dimostrando una certa abilità nel passare dall’animale agli esseri umani. Ma gli animali selvatici si spostano anche in seguito all’urbanizzazione. E proprio l’urbanizzazione potrebbe aver portato questi animali nei mercati” cinesi, ha spiegato Capua. Si ritiene infatti che il virus abbia avuto origine in un mercato di animali a Wuhan.
Per la virologa è bene mantenere alta la guardia, “ma è importante sottolineare anche che questa volta la sequenza del virus, fortemente richiesta dalla comunità scientifica internazionale, è stata messa a disposizione praticamente in tempo reale dei ricercatori“. Nel 2006 Capua, con la sua decisione di sfidare il sistema depositando la sequenza genetica del primo ceppo africano di influenza H5N1 in un database ‘open access’, scatenò un dibattito internazionale sulla trasparenza dei dati. All’epoca la sua scelta fu lodata, ma anche aspramente criticata e le costò il coinvolgimento in un’inchiesta della magistratura, raccontato dalla scienziata nel volume ‘Io, trafficante di virus. Una storia di scienza e di amara giustizia’. Capua alla fine fu prosciolta da ogni accusa. “Ecco, il fatto che la sequenza del virus sia stata messa a disposizione della comunità scientifica internazionale in tempo reale è motivo per me di grandissima soddisfazione”, conclude la studiosa.