Previsini Meteo – Si fa complicata l’evoluzione in vista del cambiamento del tempo che dovrebbe iniziare dal prossimo weekend e poi nel corso della settimana successiva. In linea di massima è confermato un peggioramento più generalizzato del tempo su gran parte dell’Italia, dopo tanti giorni all’insegna di una prevalente stabilità a vasta scala sul territorio nazionale, salvo piogge circoscritte su estremo Sud e sulla Liguria, alto Tirreno. Data per quasi scontato questa tendenza a maggiore instabilità, molti dubbi nascono, invece, e soprattutto secondo gli ultimi aggiornamenti, circa la tipologia del guasto, soprattutto in riferimento alla contributo freddo a esso associato.
Dubbi legittimi poiché, dal vaglio delle simulazioni modellistiche odierne, appare evidente una significativa contrapposizione tra le evoluzioni viste dai due maggiori modelli di calcolo mondiali nelle loro emissioni ufficiali odierne, ossia dall’europeo ECMWF e dal modello americano GFS. Nella prima immagine barica è espressa la configurazione tipo rappresentata dal centro di calcolo europeo ECMWF e riferita alle 24.00 del giorno 21 gennaio prossimo. È eloquente come il minimo depressionario, che nei giorni precedenti sarebbe responsabile di una diffusa instabilità a vasta scala sul territorio italiano, evolverebbe verso la Penisola iberica e addirittura verso l’Atlantico, allontanandosi progressivamente dal Mediterraneo centrale. Una evoluzione che già nelle fasi iniziali vedrebbe un ingresso di aria fredda assolutamente meno pronunciato o perlomeno poco esteso sull’Italia per via di una maggiore fuga occidentale delle correnti continentali con piogge, sì abbastanza diffuse, ma occasioni per nevicate a quote collinari o basse soltanto al Nord o al più su Centro-Nord Appennino. Per di più, dopo il 21 o al massimo 22 gennaio, i centri di vorticità si allontanerebbero dall’Italia e il tempo migliorerebbe con alta pressione sul nostro Paese, come evidenzia l’evoluzione barica odierna del centro di Reading.
Di parere sostanzialmente diverso sarebbe, invece, il modello americano GFS. Sempre per le 24.00 di martedì 21 gennaio, il centro depressionario sarebbe in azione sul basso Tirreno con tutta la struttura ciclonica traslata di quasi 2000 km più a Est. Con la configurazione vista la modello americano, le nubi e le piogge sarebbero più veloci, essenzialmente per la giornata di sabato prossimo 18, sulle regioni settentrionali, con locali nevicate fino intorno ai 300/400 m o localmente a quote più basse; poi al Nord migliorerebbe rapidamente, mentre il maltempo si concentrerebbe per più tempo al Centro-Sud, magari fino al 23/24 del mese. Con questa seconda configurazione, aria più fredda riuscirebbe a penetrare fin verso l’Appennino centrale, localmente anche verso quello campano, pugliese e lucano con locali nevicate in media alta collina anche su questi settori, nella fase tra il 22 e il 24. Insomma, evoluzione piuttosto differente a testimonianza della particolare difficoltà interpretativa del prossimo cambio di circolazione. Seguiremo emissione per emissione gli ulteriori aggiornamenti dei due centri di calcolo, evidenziando, con appositi e quotidiani editoriali, chi poi alla fine avrà visto meglio.