Il bollettino del servizio meteorologico dell’Aeronautica Militare: di seguito le previsioni meteo per domani e per i prossimi giorni, fino al 30 Gennaio 2020.
Oggi al Nord: nubi in rapido aumento sulla Liguria con deboli precipitazioni sparse, tendenti a divenire diffuse dalla sera; bel tempo sul resto del Settentrione, anche se con nuvolosità in graduale aumento in mattinata sul Piemonte con deboli precipitazioni e dal pomeriggio su Emilia-Romagna e parte meridionale di Lombardia e Veneto con qualche locale lieve pioggia più probabile su ovest Emilia-Romagna; nubi medio alte sulle restanti regioni centroccidentali; deboli nevicate sui rilievi occidentali oltre i 1200-1300 metri, in calo sul Piemonte meridionale fino a 700-800 metri. Gelate notturne e nuvolosità stratificata fino al primo mattino in Pianura padana, con associate foschie dense o locali banchi di nebbia. Centro e Sardegna: cielo molto nuvoloso sull’isola con deboli piogge sparse e locali rovesci nel pomeriggio sulle aree più settentrionali; tendenza a diradamento serale sulle zone orientali; nuvolosità in aumento durante la mattinata su regioni tirreniche peninsulari e Umbria con piogge sparse dal pomeriggio ad iniziare dalle aree costiere della Toscana; tendenza dalla tarda serata a precipitazioni diffuse su Toscana e Lazio. Su Marche e Abruzzo iniziale ampio soleggiamento seguito da un deciso aumento della copertura medio-alta dal pomeriggio e nubi più compatte dalla serata associate a piogge sparse. Gelate notturne nelle vallate interne con foschie dense o locali banchi di nebbia fino al mattino. Sud e Sicilia: incremento di nubi dal mattino su nord Campania, aree ioniche peninsulari e Sicilia con deboli precipitazioni serali; bel tempo sulle rimanenti zone con aumento di nuvolosità sul Molise in serata associata a deboli precipitazioni. Visibilità ridotte per banchi di nebbia e foschie dense fino al mattino lungo il litorale adriatico. Temperature: minime in calo su rilievi alpini, prealpini e appenninici, Piemonte, Umbria, Marche, Toscana, in tenue rialzo su Sicilia e Calabria tirreniche; senza variazioni di rilievo altrove; massime in diminuzione su Liguria, aree alpine, Appennino emiliano-romagnolo e localmente sulle altre regioni tirreniche peninsulari, Puglia e Basilicata ioniche; in lieve aumento sulle zone costiere meridionali tirreniche, stazionarie sul resto del paese. Venti: moderati settentrionali sulla Liguria; deboli variabili sul restante Settentrione; deboli o moderati dai quadranti meridionali altrove con locali rinforzi sulle due isole maggiori e sulle aree ioniche. Mari: molto mosso lo stretto di Sicilia e il Tirreno occidentale; da mossi a molto mossi il mare e il canale di Sardegna e il mar Ligure; da poco mosso a mosso l’Adriatico; mossi i restanti mari con moto ondoso in aumento sul mar Ionio.
Domani al Nord: Al mattino molte nubi su Liguria, Emilia-Romagna e parte meridionale di Piemonte, Lombardia e Veneto, con piogge diffuse, anche se di debole intensità, e locali nevicate, in generale oltre i 1000 metri, in discesa fino a bassa quota sul basso Piemonte; velature compatte altrove. dal tardo pomeriggio parziale diradamento della nuvolosità sul Piemonte e suo contestuale aumento sul resto del nord, con ancora fenomeni sparsi e deboli, a carattere nevoso sui rilievi alpini oltre i 1200 metri. Centro e Sardegna: iniziale estesa nuvolosità compatta sulle regioni tirreniche, Umbria, Marche e aree interne dell’Abruzzo con piogge o rovesci diffusi; cielo poco nuvoloso o velato sul resto del Centro. Dal tardo mattino diradamento della nuvolosità compatta sulla Sardegna. Sud e Sicilia: al mattino molte nubi compatte sulle regioni tirreniche e sulla Puglia salentina , con piogge o rovesci sparsi, in estensione serale al resto delle regioni ioniche; cielo in generale velato altrove. Temperature: minime in diminuzione sulle aree alpine e prealpine, Liguria centrale, aree appenniniche liguri e sardegna, in aumento altrove; massime in aumento su Piemonte e Liguria occidentali, Centro-sud peninsulare, Sicilia, aree pianeggianti del Friuli-Venezia-Giulia e aree costiere del Veneto, in diminuzione sulle aree alpine, prealpine e appenniniche settentrionali, stazionarie altrove. Venti: inizialmente da moderati a forti settentrionali sulla Liguria, ma in rapida attenuazione; moderati da sud-est lungo le aree costiere tirreniche centrali peninsulari; Deboli meridionali sul resto del centro-sud; deboli variabili sul resto del paese. Mari: inizialmente molto mossi il mar Ligure, Tirreno occidentale, stretto di Sicilia e Ionio centroccidentale, ma con moto ondoso in graduale attenuazione; generalmente mossi i restanti mari.
Domenica 26 gennaio al Nord: cielo molto nuvoloso o coperto con qualche residuo piovasco al mattino sul settore orientale e fiocco di neve sulle Alpi centrali, in graduale miglioramento dalla mattinata a partire da Piemonte e Valle d’Aosta, salvo Liguria e rilievi di confine centroccidentali, dove la nuvolosità rimarrà diffusa. Centro e Sardegna: annuvolamenti compatti sulle regioni peninsulari con deboli precipitazioni su quelle tirreniche e appenniniche, anche a carattere di rovescio o temporale specialmente sul settore costiero, in terminazione pomeridiana; dopo qualche apertura dalla tarda serata nuove formazioni nuvolose. Sulla Sardegna iniziali velature in diradamento mattutino; dalla serata aumento della nuvolosità. Sud e Sicilia: sull’isola nubi diffuse in graduale riduzione durante la giornata; addensamenti consistenti altrove con lievi fenomeni in attenuazione dal tardo pomeriggio; ampie schiarite serali sul settore adriatico. Temperature: minime in aumento su Pianura padana, Triveneto e settore ionico di Basilicata e Puglia, generalmente stazionarie sul resto del paese; massime in rialzo al nord ad eccezione di Alpi e Prealpi e sull’alta Toscana, in flessione su Molise, Campania e Puglia settentrionale, senza variazioni sul altre zone. Venti: deboli in prevalenza dai quadranti nordorientali, tendenti a ruotare da quelli meridionali al sud a rinforzare da sud-est sulle coste pugliesi. Mari: da mossi a molto mossi il basso Adriatico e lo Ionio; da poco mossi a mossi il mare e il canale di Sardegna e il restante Adriatico; poco mossi i rimanenti bacini.
Lunedì 27 gennaio: addensamenti compatti sulle regioni tirreniche, con piogge o rovesci sparsi, in diradamento dalla serata; cielo sereno o poco nuvoloso sul resto del paese; al primo mattino e dopo il tramonto nubi basse e stratificate in Pianura padana, accompagnate da foschie dense o locali banchi di nebbia.
Martedì 28 gennaio: cielo molto nuvoloso o coperto al nord e sulle regioni tirreniche, con piogge o rovesci sparsi e locali temporali su Levante ligure e alta Toscana; cielo poco nuvoloso o velato sul resto del paese.
Mercoledì 29 gennaio: addensamenti compatti sulle regioni tirreniche e sulle due isole maggiori con deboli piogge sul relativo Sud, in graduale riduzione dal pomeriggio; sulle restanti zone cielo sereno o localmente velato.
Nella giornata di giovedì 30 gennaio ancora molte nubi al meridione e sulla Sicilia tirrenica con qualche piovasco sull’isola e sulla Calabria occidentale; ampio soleggiamento e scarsa nuvolosità altrove.
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I “Giorni della Merla”, tra leggende e storie intramontabili
Secondo la leggenda, i “Giorni” di fine gennaio prendono il nome da una merla bianca che si rifugiò dentro un camino per sfuggire al gelo. Dopo tre giorni uscì dal comignolo, completamente nera. Da allora tutti i merli sono neri. La tradizione attribuisce alla “Merla” anche la capacità di prevedere l’andamento delle stagioni successive: se i 3 giorni saranno freddi, la primavera sarà calda e soleggiata. In caso contrario, la primavera tarderà a manifestarsi.
Un’altra leggenda, avente anch’essa per protagonista una merla, spiega l’origine della locuzione “giorni della merla” come se si trattasse di una favola. I suoi personaggi sono una merla completamente bianca e la personificazione di gennaio, freddo e gelido. Gennaio era un mese un po’ dispettoso, che si divertiva a ricoprire il terreno di neve e gelo, non appena la merla si decideva a mettere il becco fuori dalla tana per procacciarsi del cibo. Stufa di questi scherzi, un anno la merla decise di raccogliere molto cibo, in modo da resistere per un mese intero chiusa nella sua tana. Gennaio, allora, che fino a quel momento durava solo 28 giorni, si indispettì e, per punire la merla, aggiunse 3 giorni al suo mese e fece scendere sulla terra il freddo, accompagnato da neve e vento. Presa alla sprovvista, la merla si trovò un rifugio di fortuna in un camino e, terminati i tre giorni, uscì tutta nera, segnando così il futuro piumaggio degli esemplari della sua specie.
Sta di fatto che gli ultimi giorni di gennaio sono considerati il cuore dell’inverno, richiamando paesaggi quasi spettrali, coperti da una coltre di neve, dalle atmosfere cupe e suggestive, alimentando leggende curiose e accattivanti, aventi per protagoniste i merli, uccelli dallo splendido canto che allietano l’alba dei giorni invernali, specie nella stagione amorosa, tra fine gennaio e febbraio.
Giorni della Merla: credenze popolari e proverbi
I ben noti Giorni della Merla (29, 30, 31 gennaio) per la tradizione popolare sarebbero considerati i tre giorni più freddi dell’anno. L’origine della locuzione non è però ben chiara. Sebastiano Pauli (Modi di dire toscani ricercati nella loro origine; p. 341- Venezia, appresso Simone Occhi MDCCXL, 1740) espone due ipotesi:
«“I giorni della Merla” in significazione di giorni freddissimi. L’origine del quel dettato dicon esser questo: dovendosi far passare oltre Po un Cannone di prima portata, nomato la Merla, s’aspettò l’occasione di questi giorni: ne’ quali, essendo il Fiume tutto gelato, poté quella macchina esser tratta sopra di quello, che sostenendola diè il comodo di farla giugnere all’altra riva. Altri altrimenti contano: esservi stato, cioè un tempo fa, una Nobile Signora di Caravaggio, nominata de Merli, la quale dovendo traghettare il Po per andare a Marito, non lo poté fare se non in questi giorni, ne’ quali passò sovra il fiume gelato.»
Secondo la versione più conosciuta ed elaborata della leggenda, “una merla, con uno splendido candido piumaggio, era regolarmente strapazzata da gennaio, mese freddo e ombroso, che si divertiva ad aspettare che lei uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni, la merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo, per tutto il mese di Gennaio, che allora aveva solo ventotto giorni. L’ultimo giorno del mese, la merla, pensando di aver ingannato il cattivo Gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio se ne risentì così tanto che chiese in prestito tre giorni a febbraio e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo e pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un camino e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era sì salva, ma il suo bel piumaggio si era annerito a causa del fumo, e così essa rimase per sempre con le piume nere”.
Anche in questo caso dietro la leggenda c’è sempre un fondo di verità: infatti, nel calendario romano, il mese di gennaio aveva solo ventinove giorni, che probabilmente, con il passare degli anni e della trasmissione orale, si tramutarono in trentuno.
Tante le credenze popolari dei Giorni della Merla.
Molto noti i cosiddetti “canti popolari della Merla”, tipici, ad esempio, di Stagno Lombardo, Crotta d’Adda, Pizzighettone, Soresina, Formigara, Cornaletto, Pianengo ecc. Proprio nei Giorni della Merla, ci si riunisce attorno a un grande falò sul sagrato della chiesa o in riva al fiume, a seconda della tradizione, intonando questi canti insieme al coro, abbigliato con abiti contadini, oltre a degustare vino e cibi tradizionali. I testi delle canzoni differiscono leggermente da paese a paese ma tutti vertono sui temi dell’inverno e dell’amore.
Solitamente il coro gioca con la parte maschile e femminile, sottoforma di simpatici battibecchi. Parliamo di canti in cui si intende sollecitare l’arrivo della bella stagione proprio in questo periodo di passaggio, spartiacque tra inverno e primavera, con un ricchissimo corredo simbolico: un modo per esorcizzare buio e gelo, sconfiggere le fredde brume padane con canti, falò, mascherate e balli. Dante Alighieri, nel capitolo XIII del Purgatorio, Girone degli Invidiosi, costretti dalla legge del contrappasso alla pena della cecità in quanto i loro occhi, in vita, godettero nel vedere il dolore altrui, mette in bocca alla nobildonna senese Sapia queste parole, gridando a Dio: “Ormai più non ti temo! Come fa’ l merlo per poca bonaccia” (Ormai non ti temo più come fa il merlo per un po’ di bel tempo).
Riguardo alle tante leggende sui Giorni della Merla, un fondo di verità c’è: sin dai tempi di Numa Pompilio e della sua riforma del 713 a.C., nel calendario romano il mese di gennaio aveva realmente solo 28 o 29 giorni. Fu poi nel 46 a.C. che gennaio “prese in prestito” i tre giorni a febbraio, grazie all’introduzione del calendario giuliano che rendeva il computo dei giorni definitivamente solare.
Un proverbio bolognese dice: “Quando canta il merlo, siamo fuori dall’inverno”; un vecchio proverbio romagnolo, invece, consiglia al merlo di non cantare nemmeno a marzo perché gli si potrebbe gelare il becco, lasciando, invece, che canti la tordella che non ha pausa di nessuno. In dialetto bresciano si dice: “Due soldi li ho a prestito e uno lo troverò. Se bianca sei, nera ti farà, e se nera sei, bianca diventerai”. Nel bergamasco si dice: “Canta il merlo, l’inverno è finito, ti saluto padrone, trovo un altro tetto!”.
Nel linguaggio popolare “dare del merlo a qualcuno” significa considerarlo uno sprovveduto, un sempliciotto, un ingenuo da cantar vittoria prima del tempo per poi pagarne le conseguenze.