E’ una gigantesca e pallida Luna, con la bandiera americana sullo sfondo, ad accogliere sul palco i 13 nuovi astronauti diplomati presso il Johnson Space Center della Nasa a Houston. Una spettacolare scenografia degna delle grandi occasioni per sottolineare un evento “storico”, come lo definisce l’amministratore capo dell’agenzia spaziale americana Jim Bridenstine: perche’ questa e’ la cerimonia che celebra la prima classe di astronauti che si diploma sotto il programma Artemis della Nasa, che riportera’ l’uomo sulla Luna insieme alla prima donna nel 2024. “Concentrazione, impegno e dedizione fuori dal comune” contraddistinguono le nuove 13 leve, giovani “pronti a portare l’umanita’ verso l’ignoto spingendosi la’ dove nessuno e’ mai stato”, dice Bridenstine citando non solo la Luna ma anche Marte. L’hanno ribattezzata come la classe delle ‘tartarughe’ (The turtles’), formata da sette uomini e sei donne. Sono 11 i candidati della Nasa (Kayla Barron, Zena Cardman, Raja Chari, Matthew Dominick, Bob Hines, Warren Hoburg, Jonny Kim, Jasmin Moghbeli, Loral O’Hara, Francisco Rubio, Jessica Watkins) e due quelli dell’Agenzia spaziale canadese (Joshua Kutryk e Jennifer Sidey-Gibbons).
Entrati nella scuola nel 2017 dopo una durissima selezione (solo la Nasa ha ricevuto oltre 18.000 domande di partecipazione), i 13 aspiranti astronauti hanno un background molto vario: a farla da padrone sono gli studi ingegneristici, ma ci sono anche medicina, matematica, biologia, geologia e relazioni internazionali, a dimostrazione di quanto l’esplorazione spaziale richieda una preparazione sempre piu’ multidisciplinare. Nei due anni di addestramento, le ‘tartarughe’ hanno studiato materie come le attivita’ extraveicolari che gli astronauti compiono fuori dalla Stazione spaziale internazionale (Iss), i suoi meccanismi di funzionamento, le attivita’ dei vari centri della Nasa, la robotica e il russo. Completata la preparazione, ora possono finalmente appuntarsi sul petto la spilletta degli astronauti, segno tangibile della loro idoneita’ a essere selezionati per volare nello spazio e partecipare “a qualsiasi tipo di missione: in orbita bassa, sulla Stazione spaziale, sulla Luna, su Marte o qualsiasi altra destinazione”, afferma Bridenstine. “Prendetevi un momento per essere orgogliosi di voi stessi e della strada che avete fatto: siamo orgogliosi di voi, la meta vale sicuramente l’attesa”, commenta l’astronauta Jessica Meir nel suo messaggio di auguri dalla Stazione Spaziale.