Una cappa di smog avvolge la Pianura Padana e così scattano nuovi blocchi del traffico e limitazioni nel riscaldamento domestico e nelle attività agricole. Ma la situazione non riguarda solo il Nord. L’aria inquinata impone divieti anche in Toscana, a Firenze e Viareggio. La causa è l’anticiclone che da giorni staziona sull’Italia, con poche speranze che il quadro possa cambiare nel breve periodo. A metà settimana, le nebbie potrebbero aggravare l’inquinamento.
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A Torino e in altri 12 comuni della provincia vengono applicate per la prima volta le misure previste dal semaforo rosso del piano antismog previsti dall’accordo del Bacino padano, quando il livello delle micropolveri per 10 giorni consecutivi supera i 50 microgrammi al metro cubo. Da domani devono restare ferme le auto diesel euro 5 costruite prima del 2013, dalle 8 alle 19. Un blocco annunciato che ha comunque creato polemiche, anche tra gli ambientalisti: “I blocchi, così come sono gestiti ora – spiega la Consulta della mobilità ciclistica e della moderazione del traffico – corrispondono a una chiusura della stalla quando i buoi sono scappati. Da anni ci battiamo per un cambiamento di mobilità, e quindi di mentalità, che richiede tempo, progettazione, sperimentazioni vere, basate su dati raccolti con metodi scientifici“.
Stop agli euro 5 anche in altre città piemontesi, come Alessandria e Novi Ligure. In Lombardia confermati i divieti a Milano, nonostante il calo dello smog registrato domenica, ed estesi da domani anche nelle province di Lodi e Mantova. Divieti più rigidi a Cremona. Limitazioni revocate, invece, a Monza, Bergamo e Pavia. In Veneto, lo smog ha raggiunto il livello di allerta arancione: devono fermarsi i veicoli fino a diesel euro 4 compreso a Padova, Treviso, Venezia, Rovigo, Vicenza.
Se i livelli di smog non caleranno, il rischio è che a gennaio al Nord si arrivi anche all’ultimo livello, il ‘semaforo viola‘, che blocca tutte le auto euro 5 e introduce limitazioni ancor più severe. Per ridurre lo smog la Coldiretti propone di aumentare parchi e giardini, pubblici e privati, “perché le aree verdi ‘mangiano’ le micropolveri’. Un ettaro di piante – sostiene l’organizzazione agricola – in un anno elimina circa 20 chili di polveri e smog. Non si può continuare a rincorrere le emergenze – aggiunge la Coldiretti – bisogna intervenire in modo strutturale“. Dall’inizio del 2020 – fa notare Legambiente – “oltre a Torino altre 5 città italiane hanno fatto l’en plein superando 6 giorni su 6 i limiti di legge per le polveri sottili: Rovigo, Padova, Treviso, Venezia e Vicenza“.
Uno studio condotto da epidemiologi del Barcelona Institute for Global Health sostiene che l’inquinamento indebolisce le ossa e aumento il rischio di osteoporosi. L’inalazione delle particelle inquinanti potrebbe portare alla perdita di massa ossea attraverso lo stress ossidativo e l’infiammazione causati dallo smog.