Virus Cina, il virologo Roberto Burioni spiega cosa sappiamo, cosa possiamo fare e cosa dobbiamo evitare

Rischio di contagio aumentato a “moderato”, ecco alcuni punti fermi su quello che sappiamo e quello che dobbiamo evitare, spiegati da Burioni
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Dopo l’innalzamento del livello del rischio di contagio in Europa, il virologo Roberto Burioni spiega quali comportamenti seguire e ciò che sappiamo finora sul coronavirus che si sta diffondendo dalla Cina.

In mattinata concludevo il mio articolo sul nuovo virus apparso in Cina dicendo che speravo di sbagliarmi, definendo troppo ottimista la definizione di rischio di importazione di casi di questa malattia come “lieve” da parte di esperti e autorità sanitarie.

Speravo, dunque, di sbagliarmi, ma non mi sono per niente sbagliato. Questo pomeriggio l’Ente Europeo per il Controllo delle Malattie (ECDC), ha definito il rischio di importazioni di casi non come lieve o minimo, ma come moderato. Ancora si sa troppo poco di questo virus, sulle modalità di infezione e sulla sua infettività per potere ritenere improbabile un suo arrivo in Europa, e in particolare in Italia, dove c’è uno dei tre aeroporti che hanno una connessione diretta con la città dov’è scoppiata l’epidemia e dove si è registrato il massimo numero di casi.

Nel frattempo la malattia si sta diffondendo in Asia (Thailandia, Giappone, Corea, un caso sospetto anche in Australia), come peraltro è prevedibile visto che la trasmissione da uomo a uomo non è più messa in discussione.

Molti mi scrivono chiedendomi cosa possono fare e cosa possiamo fare per proteggerci. Come ho detto, ancora si sa poco, ma qualcosa si può dire. Virus di questo tipo – per i quali non ci sono cure e non ci sono vaccini -, si combattono sostanzialmente con l’isolamento e con l’interruzione della trasmissione. È quello che stanno (forse tardivamente) cercando di fare le autorità cinesi che stanno tentando di scoraggiare i viaggi e sostanzialmente provando a mettere in quarantena l’intera città da dove l’infezione è partita, Wuhan.

Gli abitanti sono undici milioni e siamo nel pieno delle uniche festività annuali cinesi, è da vedere quanto queste misure saranno efficaci. Nel frattempo in Cina si sta diffondendo la paura: la gente evita i luoghi pubblici, i cinematografi, i teatri e in molti stanno annullando le vacanze programmate. Vanno a ruba le mascherine, che tuttavia forniscono un grado molto basso di protezione (servono più a impedire la diffusione della malattia dagli infetti, che a proteggere i sani). Se io fossi lì eviterei i luoghi affollati e mi laverei spesso e bene le mani.

Roberto Burioni
Il virologo Roberto Burioni

Al momento mi sento di dare solo due consigli a chi si trova in Italia. Primo, se siete stati nelle zone interessate dalla epidemia nelle ultime due settimane e avete sintomi respiratori fatevi subito vedere da un medico. Purtroppo, questo è anche il periodo dell’influenza, che ha una sintomatologia molto simile a quella causata dal coronavirus cinese (ma una gravità diversa), e ciò causerà allarmi inutili: ma il virus cinese è apparso ora e con questa situazione dobbiamo confrontarci. Il secondo è quello di evitare, per quanto possibile, viaggi in Cina”.

Burioni poi invita a non farsi prendere dal panico: “Vengono prese misure negli aeroporti: di queste e della loro potenziale efficacia parleremo domani. Tutto il resto è solo panico e non serve a niente. Se vostro cugino è passato per l’aeroporto di Singapore quattro giorni fa potete tranquillamente invitarlo a cena. Nel frattempo, domani mattina si riunirà l’Organizzazione Mondiale della Sanità per decidere se siamo in presenza di un’emergenza sanitaria nazionale”. 

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