Virus cinese, esperto: rispetto a malattie più letali come Ebola, “si può considerare più pericoloso perché viene trasmesso per via aerea”

Se il coronavirus si diffondesse ancora, "ci sarebbe un numero altissimo di vittime": rispetto a malattie come Ebola, "si può considerare più pericoloso"
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Nessuno al mondo è grado di dire che piega prenderà il nuovo coronavirus. Siamo in una fase di incertezza. Sicuramente i provvedimenti precauzionali in Cina e in Europa andavano presi. Io comunque credo che alla fine potrebbe rivelarsi meno tosta della Sars, che tra il 2002 e il 2003 fece circa 800 morti“: lo ha dichiarato in un’intervista a Repubblica il prof. Massimo Galli, ordinario di Malattie infettive alla Statale di Milano. Il fatto che si tratti di un nuovo coronavirus, afferma l’esperto, ” ci rende impossibile, per ora, conoscere fattori fondamentali come i tempi di incubazione, l’efficienza della trasmissione e le sue modalità, oltre alla severità del quadro clinico di chi è colpito. Il fatto che ci siano stati tanti casi tra il personale sanitario degli ospedali significa comunque che il contagio non può essere difficile“.
Non sembra avere la stessa letalità della Sars, circa il 10%, anche se è un po’ presto per dirlo. I decessi sembrano essere sotto il 3% dei contagiati“. E’ “verosimile” che ci siano casi asintomatici: “Non c’è da stupirsi particolarmente però, perché per molte infezioni la risposta individuale è variabile“. E’ quello “che avviene normalmente per l’influenza, che in alcuni contagiati è praticamente asintomatica“.
Le misure di contenimento adottate dalla Cina “sono le uniche possibili, e credo siano efficaci. Sono stati drastici e l’isolamento di intere città fa capire che c’è una chiara volontà di contenimento. Del resto stanno pure costruendo nuovi ospedali“.
In Occidente, secondo l’esperto, è necessario “continuare a monitorare tutti gli arrivi dall’area dell’epidemia“: è fondamentale “evitare casi secondari fuori dalla Cina, cioè persone che si ammalano qui da noi. In Italia abbiamo una rete sanitaria di strutture infettivologiche non trascurabile, in casi come questo ne comprendiamo l’importanza“.
Se il coronavirus si diffondesse ancora, “ci sarebbe un numero altissimo di vittime“: rispetto a malattie più letali come Ebola, “si può considerare più pericoloso perché viene trasmesso per via aerea, a chi si trova a meno due metri di distanza dal malato che starnutisce o tossisce“.

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