Virus cinese, evacuazione degli italiani a Wuhan: a breve protocollo sanitario. Esperto: “Quarantena non scontata, il rimpatrio sarà volontario”

A prescindere dagli italiani che dovrebbero rientrare, "non è inverosimile che ci si possa trovare molto presto con un caso di coronavirus anche in Italia"
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Le autorità sanitarie sono al lavoro per elaborare un protocollo sui controlli e il monitoraggio per chi, tra i circa settanta italiani che si trovano a Wuhan, epicentro del virus 2019-nCoV, intende tornare in patria. La Farnesina sta organizzando un trasporto aereo e rende noto di essere in contatto con ognuno di loro, tutti “in buona condizione di salute“. In serata l’Unità di crisi ha reso noto che per il rimpatrio volontarioci sono ancora procedimenti che devono essere ancora attuati e che non dipendono interamente dall’Italia, ma si fa il massimo per fare il prima possibile“. Al momento comunque non si sa ancora quando dovrebbero partire e con che tipo di volo. “Il protocollo per il rientro e le relative misure sanitarie saranno valutati a breve“, spiegano dal Ministero della salute, che è in contatto con la Farnesina.

Domani mattina la task-force del Ministero si riunirà anche per elaborare le linee guida da seguire al rientro degli italiani. Dopo l’atterraggio a Fiumicino (ma non si esclude Malpensa), dovrebbero scattare i controlli sanitari nella struttura approntata nei giorni scorsi all’aeroporto. Nel caso in cui nessuno dei passeggeri presenti sintomi, gli esperti potrebbero decidere per un periodo di ‘quarantena’ di 14 giorni, il tempo di incubazione del virus. Nell’eventualità che qualcuno dei passeggeri presenti sintomi sospetti è previsto il trasferimento in uno dei due centri di eccellenza italiani, lo Spallanzani di Roma e il Sacco di Milano.

Sull’evacuazione tuttavia le certezze sono per ora poche, così come per una possibile quarantena. “La procedura di quarantena non scatta in automatico. Ha un senso se le persone sono state a contatto con qualcuno che aveva sintomi o positivo al coronavirus, oppure se loro stessi hanno sintomi o hanno avuto contatti sospetti. Ma in caso contrario non si attua un protocollo, non ci sono indicazioni in questo senso”, dice Massimo Galli, dell’Università di Milano e primario dell’ospedale Sacco. “Attendiamo disposizioni dai ministeri competenti. Allo stato attuale la condizione dei connazionali che si trovano a Wuhan e sono senza sintomi non presenta reali problemi di pericolo“. In ogni caso, a prescindere dagli italiani che dovrebbero rientrare, “non è inverosimile che ci si possa trovare molto presto con un caso di coronavirus anche in Italia“, afferma Galli, “può capitare, così come è già successo in altri Paesi europei“.

I governi di alcuni Paesi europei si sono già adoperati per l’evacuazione dei loro cittadini. La Germania ha deciso di far rientrare i tedeschi che si trovano a Wuhan, e un aereo dovrebbe partire oggi stesso da Colonia con destinazione Shangai. L’arrivo è previsto al più tardi per mercoledì. Per giovedì è previsto un primo rimpatrio di cittadini francesi. Successivamente vi sarà un secondo volo con persone potenzialmente affette dal virus. Il ministro della salute Roberto Speranza oggi ha sottolineato che “contro l’epidemia di Coronavirus nessun Paese ce la può fare da solo. E la chiave è un forte coordinamento internazionale“.

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