Importante scoperta messa a segno dagli scienziati: individuate le cellule che potrebbero ringiovanire il cervello, eliminando i segni e le conseguenze del tempo sulla capacità di apprendimento e sulla memoria: isolate in gran numero nel cervello anziano, si tratta di cellule immunitarie (chiamate ‘ILC2s’) che, se attivate, migliorano memoria e funzioni cognitive. La scoperta è stata portata a termine dai ricercatori dell’Albany Medical College di New York ed è stata resa nota sul Journal of Experimental Medicine (JEM). Queste cellule potrebbero ora diventare il bersaglio di nuove terapie per combattere gli effetti del tempo sul cervello, come ha spiegato l’autore del lavoro Kristen Zuloaga.
Agli studiosi erano già note le cellule ILC2s: erano state ritrovate in precedenti studi nel midollo spinale, dove stimolano la formazione di nuove fibre nervose dopo una lesione. In questo lavoro gli esperti hanno scoperto che le cellule ILC2s si accumulano nel cervello di topolini anziani, in particolare in un’area chiamata plesso coroideo, vicino all’ippocampo (sede della memoria e area dove nascono nuovi neuroni). Le ILC2s, però, si trovano in uno stato di letargo (quiescenza) nel cervello anziano. Gli esperti hanno visto che riattivandole, i topolini anziani vedono migliorare le proprie abilità di apprendimento e memoria come se il loro cervello fosse ringiovanito.
Una volta riattivate, le ILC2s cominciano a produrre una serie di proteine tra cui la cosiddetta ‘IL-5’: gli esperti hanno visto che somministrando IL-5 a topolini anziani le loro performance in apprendimento e memoria migliorano, allo stesso modo di quando vengono risvegliate le ILC2s nel loro cervello. Secondo gli esperti le ILC2s potrebbero suggerire nuove terapie contro malattie neurodegenerative quali l’Alzheimer, considerando che proprio l’età avanzata rappresenta il principale fattore di rischio per queste malattie.