Claudio Gioè è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì dalla mezzanotte e trenta alle sei del mattino.
Gioè è protagonista della nuova serie ‘Passeggeri Notturni’, che su Raiplay descrive il mondo della radio di notte: “Come capita a voi, descrivo il mondo della radio notturna, dove si raccontano e si ascoltano delle storie assurde. Sono dieci episodi già disponibili su Raiplay. Dai racconti di Gianrico Carofiglio. A me è sempre molto piaciuto il mezzo radiofonico. Mi affascina. E’ intimo, personale, ha dei tempi diversi rispetto alla televisione e al cinema. C’è più tempo per raccontarsi. La Rai sta sperimentando un formato nuovo, ogni puntata di questa serie dura circa 13 minuti, puoi decidere tu come goderti la storia, se un pezzetto per volta o tutto insieme. Io, personalmente, l’ho divorata in una notte“.
Gioè ha raccontato alcune cose di se: “Cosa sarei se non avessi fatto l’attore? Davvero non lo so. Non so cosa avrei potuto fare. Da ragazzino, a dieci anni, già mi divertivo con un magnetofono a registrare dei radiodrammi. Erano le mie prime prove da ragazzino. E’ un ricordo molto affettuoso che ho. Anche lì si usava solo la voce. A casa quando hanno capito che volevo fare l’attore avrebbero sicuramente preferito un lavoro sulla carta più solido, come quello dell’avvocato o del notaio. Ma non mi hanno mai osteggiato, ostacolato, anzi mi sono sempre stati molto vicini“.
Gioè ha interpretato anni fa Totò Riina nella serie ‘Il capo dei capi’: “Ancora mi chiamano Totò per strada. Che devo fare. E’ stata una serie molto vista. Incontro ancora persone che mi dicono che fino a ieri sera stavano vedendo ‘il capo dei capi’. C’è gente che ancora se lo vede. Era una serie scritta molto bene, una serie che è stata dal punto di vista recitativo per me un sogno. Ho cercato di dare tutto me stesso per raccontare questa storia tragica che da palermitano mi tocca anche da vicino“.
Infine sui social: “Non ho nessun rapporto con i social. Non ho Facebook, Instagram o Twitter e comunque vivo benissimo. Volevo dirlo a tutti: si vive benissimo senza social! Anzi, credo che i social siano il male dell’umanità“.