C’è stata polemica in riferimento alla gestione dell’allarme Coronavirus da parte degli ospedali del Nord, “ma nel caso di Codogno il problema è in parte legato alla compresenza del virus influenzale, in parte alla sfortunata coincidenza di un paziente italiano e senza apparenti fattori di rischio. Una persona che, interrogata più volte, non ha evidenziato un legame con la Cina. Questo, e il fatto che il virus influenzale circoli ancora con una certa intensità nel nostro Paese, ha portato a ciò che sappiamo“: lo ha spiegato all’Adnkronos Salute è il virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco. “Ora le cose sono cambiate: basta un’affezione respiratoria acuta per alimentare i sospetti. Il problema di Codogno e del mancato funzionamento dei filtri, che avrebbero dovuto portare a un trattamento in una struttura specializzata, come è invece successo a Roma con la coppia di cittadini cinesi allo Spallanzani, è frutto anche della sfortuna“, rileva il virologo. “Ora è fondamentale individuare e trattare i casi più gravi, oltre a limitare la propagazione del virus. La recentissima notizia di un nuovo caso sospetto in Sicilia, proveniente dal Nord, non tranquillizza. Ma penso che per capire se l’azione di contenimento stia funzionando occorrerà almeno una settimana.”
Coronavirus, virologo: abbassata la guardia per circa 20/30 giorni
“È un virus nuovo e questo lo rende più pericoloso rispetto ad una normale influenza ed è diverso perché la letalità è variabile. Molti sono portatori asintomatici. La pandemia è un’infezione che colpisce globalmente la popolazione nei 4 continenti, l’epidemia è limitata nello spazio e nel tempo. Se dovessi dare una mia lettura noi abbiamo abbassato la guardia per alcuni giorni, circa 20/30 giorni. Venezia e Milano sono il secondo e terzo aeroporto in Italia, nel nord si concentrano attività industriali, fieristiche con molti scambi e un via vai continuo. Questo è un virus, non è Ebola o Sars o altri virus terribili. Questo è virus che ha una mortalità significativamente più bassa che si è adattato meglio alla struttura umana. I virus non hanno interesse ad uccidere l’ospite in cui crescono. Vedremo anche il fattore stagionalità“: lo ha dichiarato Giorgio Palù, virologo all’Università di Padova, ai microfoni di Radio anch’io, Radio 1 Rai.