“Dire ad alta voce che bisogna trovarsi preparati non è allarmismo“: l’epidemiologo Pierluigi Lopalco, professore ordinario di Igiene dell’Università di Pisa, ha analizzato i rischi derivanti dal nuovo Coronavirus per l’Italia in un post su Facebook. “Ipotizziamo di avere un tasso d’attacco del 5% (bassissimo rispetto alle varie stime circolanti) in una città di 100.000 abitanti. Nel giro di poche settimane si avrebbero 5.000 casi. Ipotizziamo che il 10% sia grave e richieda supporto respiratorio specifico (anche questa una percentuale votata all’ottimismo), avremmo 500 persone che hanno bisogno di un letto in isolamento e di questi una buona quota di un posto in terapia intensiva. Un nostro ospedale di provincia è preparato a questo? Abbiamo strutture e personale sufficiente in grado di gestire pazienti in isolamento respiratorio? Ecco cosa si intende per preparazione. La preparazione serve appunto a non creare allarmismo“.
“Quello che è stato fatto a Wuhan sarebbe impensabile a Roma, così come in ogni altra grande città europea. Quello che si sta facendo in Cina serve a rallentare la diffusione del virus. Se fossero in grado di sostenerlo per qualche mese e contemporaneamente nel resto del mondo si tenessero alti i sistemi di sorveglianza ai confini, il rischio della pandemia potrebbe miracolosamente scongiurarsi. Ma come vedete ci sono troppi ‘se’“.