L’emergenza Coronavirus finisce nelle mani del capo della Protezione civile, Angelo Borrelli: in qualità di Commissario straordinario, definirà gli interventi, coordinerà le varie amministrazioni coinvolte e gestirà i 5 milioni di euro stanziati dal Consiglio dei ministri. Proprio come avvenne nel 2003 con la Sars, quando Guido Bertolaso fu nominato commissario. L’annuncio è stato dato dal premier Giuseppe Conte al termine della riunione del Comitato operativo della Protezione civile, cui ha partecipato anche il ministro della Salute, Roberto Speranza.
Borrelli ha già cominciato ad abbozzare un piano d’intervento che prevede anche, tra le altre cose, la possibilità di requisire hotel o strutture ricettive per sistemare le centinaia di turisti cinesi presenti nel nostro Paese e che devono essere rimpatriati visto il blocco dei voli. Ministeri, enti, Regioni e Asl prenderanno tutti parte alla partita per contrastare la diffusione del virus e il Commissario dovrà raccordare i soggetti coinvolti ed attuare le necessarie sinergie perché tutto funzioni al meglio. “Il nostro Paese ha messo in piedi un sistema di prevenzione che ci consente di gestire in modo assolutamente adeguato questa situazione, nessuna paura e nessun allarmismo“, dice Borrelli, confermando che il compito della protezione civile “sarà quello di coordinare una macchina complessa per fare ogni attività necessaria di prevenzione ed evitare così la diffusione del virus“. Borrelli potrà inoltre agire in deroga alle norme per realizzare celermente le misure che saranno decise.
Nelle prossime ore sarà firmata un’ordinanza contenente la sua nomina, l’indicazione della struttura commissariale che lo supporterà, lo stanziamento dei 5 milioni per la prima fase dell’emergenza e la definizione dei tempi di presentazione del Piano d’intervento che prevederà le misure specifiche da adottare. Uno dei problemi da affrontare è costituito dal rimpatrio delle migliaia di cinesi che si trovano in Italia e non possono tornare a casa per lo stop dei voli. L’ordinanza nominerà soggetto attuatore Enac e Farnesina, in modo che da lavorare ad un programma di partenze per la Cina, quando sarà il momento e gestire intanto l’ospitalità dei cittadini cinesi: soltanto negli aeroporti romani ce ne sarebbero 500 bloccati. Per questo si sta ragionando sull’ipotesi di requisire gli alberghi.
Dovranno poi essere decise le modalità con cui fare i controlli in porti, stazioni ed aeroporti e le aree nei terminal da dedicare agli screening sanitari; l’eventuale blocco di voli da altri Paesi, le regole da seguire quando arrivano passeggeri dalla Cina e anche per chi fa scali intermedi. Il piano dovrebbe prevedere anche l’adozione di sistemi di protezione individuale per tutti gli operatori di sanità che hanno a che fare con l’emergenza e una più completa informazione da parte delle autorità sanitarie a tutti quelle istituzioni e aziende che erogano servizi e che sono a diretto contatto con il pubblico: dalle ferrovie alle poste e ai trasporti pubblici locali, dai vigili del fuoco alle forze di polizia. Per quanto riguarda Regioni e Asl, saranno chiamate ad individuare gli ospedali che diventeranno il presidio per le situazioni di emergenza, mentre lo Spallanzani resta il centro di riferimento. Come avvenuto nel 2003 per la Sars, i fondi stanziati serviranno anche ad attivare nuovi medici e personale infermieristico, nonché ad adeguare e potenziare le strutture dedicate alle malattie infettive.