Mentre la psicosi da Coronavirus sembra non volersi arrestare, in Calabria una nota del Sindacato Autonomo di Polizia (SAP) lamenta il fenomeno opposto: il rischio è sottovalutato. “In tutto il mondo cresce l’apprensione per il diffondersi del COVID-19, del quale, lo stesso Istituto Superiore di Sanità ammette che rimangono ancora molte incertezze su virulenza/patogenicità del nuovo coronavirus, modalità di trasmissione e fonte iniziale di infezione, che rimane ancora sconosciuta – si legge in una nota del SAP -. La trasmissione da uomo a uomo è confermata dall’OMS, ma sono necessarie ulteriori informazioni per valutare la portata di questa modalità di trasmissione”.
“L’interesse dei media e della politica nazionale e internazionale è quindi altissima e nella sua audizione al Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, il Ministro della Salute Roberto Speranza, dichiarava che “Serve un coordinamento più forte dei Paesi dell’Unione europea. Davanti al rischio per la salute l’Europa deve essere unita”. Sempre alla presenza del ministro Roberto Speranza, recentemente si è riunita la task force coronavirus 2019-nCoV del ministero della Salute e il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, i delegati dell’Inmi Spallanzani e gli altri esperti presenti alla riunione, hanno chiarito le ultime novità scientifiche legate al virus, chiarendo che ancora mancano studi disponibili circa la permanenza del microrganismo sulle superfici, essendo gli ultimi dati riferiti ai test con altri virus. Allo stesso tempo sono state prese in considerazione le recenti evidenze fornite dallo European Centre for Disease Prevention and Control sui tempi di incubazione che delimitano il periodo tra 2 e 12 giorni, lasciando i 14 giorni come limite massimo di precauzione 1″, prosegue il comunicato.
“E mentre il mondo si interroga su questi e altri aspetti, tutti ancora in fase di definizione e comprensione, che denoterebbero un innalzamento delle precauzioni, la Questura di Reggio Calabria ha invece compreso tutto, modalità di contagio, metodi di trasmissione, sicurezze igieniche da adottare, e così, mentre tutte le attività commerciali cinesi, da oltre 10 giorni, sono pressoché ferme stante la completa assenza di utenti, che vedono disertati negozi e punti di ristorazione, il Commissariato P.S. di Gioia Tauro, in sordina, nella giornata di ieri 12 febbraio, disponeva dei controlli sulle attività commerciali cinesi presenti in quel comprensorio. Controlli legittimi ovviamente – si legge ancora nella nota –, come tutte le attività soggette ad autorizzazioni di polizia, anche e soprattutto queste devono essere soggette a controlli e verifiche, visto l’ingente introito economico che fino a qualche settimana addietro esse gestivano, ma che appaiono inopportune in questo momento, soprattutto stante l’assenza di alcuna profilassi nei confronti degli operatori”.
“Questo servizio, perfettamente intempestivo, dimostra ancora una volta il poco interesse per la salute ed il benessere dei dipendenti, da parte di un amministrazione spesso lontana dai problemi reali che affliggono la categoria e che, per soli fini statistici, manda un pugno di uomini, senza fornire loro alcuna protezione sanitaria (mascherine, guanti, tute usa e getta), e senza che venga predisposta una seppur banale profilassi, ovvero che il servizio venga svolto come se non vi fosse alcuna emergenza sanitaria globale, esponendo a inutili rischi i dipendenti e i loro familiari, ma più genericamente ogni cittadino. È pur vero che allo stato non è proibito o pericoloso entrare in un negozio gestito da cittadini cinesi, ma programmare determinati servizi in un momento come questo ha il sapore dell’accanimento nei confronti di una comunità già fortemente provata, eseguirli senza che siano prese elementari norme precauzionali almeno in questa prima fase dello sviluppo del COVID-19 che come visto è ancora avvolto da parecchie incertezze denota quantomeno approssimazione“.
“Il Segretario Provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia Cesare CORICA si chiede se per lo svolgimento di tale attività, siano stati preventivamente avvisati sia gli organi sanitari locali che gli organi politici nazionali, questi ultimi già particolarmente in apprensione per la forte crisi del commercio cinese, chiedendo loro perlomeno qualche parere sia di carattere sanitario che di opportunità; duole constatare purtroppo che la statistica sia prevalente sul benessere dei dipendenti in questo caso, mandati allo sbaraglio, con l’unica protezione di un improvvisato presidio sanitario fornito da questa organizzazione sindacale che, venuta a conoscenza del servizio in atto ha cercato di ovviare, per quanto possibile – conclude la nota -, acquistando all’ultimo momento delle mascherine consegnate al volo ai dipendenti in uscita per l’espletamento di quella che veniva palesata come un’impellente ed inderogabile attività di polizia giudiziaria e amministrativa“.