Coronavirus in Italia, è psicosi: “assalto” ai supermercati e alle farmacie, schizzano alle stelle i prezzi di disinfettanti e mascherine

Psicosi in Italia dopo i casi di contagio da coronavirus che si stanno moltiplicando nelle ultime ore in varie zone del Paese
MeteoWeb

E’ psicosi in Italia dopo i casi di contagio da coronavirus che si stanno moltiplicando nelle ultime ore in varie zone del Paese: la situazione di emergenza ha fatto letteralmente schizzare alle stelle i prezzi di alcuni prodotti igienico-sanitari che stanno andando a ruba nei negozi e sul web, secondo quanto rilevato dal Codacons, che presenterà domani una denuncia alla Procura della Repubblica di Roma e alla Guardia di Finanza contro le speculazioni sui listini che si stanno registrando in queste ore.
Da un primo monitoraggio del Codacons sui principali portali di e-commerce emerge come i prezzi di alcuni prodotti legati all’emergenza Coronavirus raggiungano livelli astronomici – afferma il Presidente Carlo Rienzi – Ad esempio il classico gel igienizzate dell’Amuchina da 80 ml, che normalmente si trova in commercio a circa 3 euro, viene oggi venduto sul web a 22,5 euro la confezione, con un ricarico sul prezzo al pubblico del +650%. Ancora peggio per le mascherine protettive da viso, che prima del coronavirus erano vendute a meno di 10 centesimi di euro l’una, e oggi arrivano a costare su internet 1,8 euro, con un incremento di prezzo del +1700%“. Per non parlare delle mascherine speciali con valvole, pubblicizzate su Amazon come “Ideali per coronavirus“, e vendute a 189 euro la confezione da 5 pezzi. “Si tratta di una vergognosa speculazione, tesa a lucrare sulla paura delle persone, che potrebbe configurare veri e propri reati, dalla truffa all’aggiotaggio – afferma Rienzi – Per tale motivo presenteremo domani un esposto a Procura e Guardia di Finanza, chiedendo anche di oscurare le pagine di Amazon e di altri portali specializzati nelle vendite online nelle quali si pubblicizzano a prezzi abnormi prodotti legati al Coronavirus. Se infatti i giganti dell’e-commerce non rimuovono autonomamente le pagine dove si realizzano le speculazioni, si rendendo complici per concorso nella truffa agli utenti“.

Coronavirus, assalto ai supermercati

Nelle zone di uno dei focolai del virus, quello del “triangolo” Codogno – Casalpusterlengo – Castiglione d’Adda, e nei comuni limitrofi, tra Lombardia ed Emilia, è assalto ai supermercati. Si registrano lunghe code e scaffali vuoti a seguito del divieto di spostamenti. La situazione è critica in particolare a Casalpusterlengo, dove si riversano anche gli abitanti di Codogno, in cui sono chiuse tutte le catene della grande distribuzione.
Ormai privi di scorte alcuni punti vendita a San Giuliano Milanese e a Peschiera Borromeo.
Problemi anche nell’approvvigionamento dei medicinali, con diverse farmacie chiuse o che lavorano “a battenti chiusi”.

Anche a Milano e’ assalto ai supermercati dopo l’ordinanza della Regione che dispone la chiusura delle scuole e dei luoghi di assembramento. All’Esselunga di Porta Nuova c’e’ gente che gira anche con 2 o 3 carrelli e la mascherina. “Faccio scorte, non si sa mai, a casa siamo in 4“, dice un padre di famiglia. “Io sarei venuta oggi lo stesso ma sicuramente faro’ una spesa piu’ abbondante“, aggiunge un’altra cliente. “La domenica c’e’ sempre gente ma oggi ce n’e’ molto piu’ del doppio“, commenta un addetto alle vendite.

Carrelli pieni soprattutto di pacchi di pasta, pollo, biscotti, latte, ma anche assorbenti. I ripiani di fagioli, conserve di pomodoro e delle casse d’acqua sono deserti. Tanta ressa anche all’Esselunga di via Cena, a Milano, dove i cittadini sono corsi a fare la spesa per paura di una eventuale quarantena in citta’ dopo i casi di Coronavirus in Lombardia. “Stiamo lavorando ad occhi chiusi, come bestie da soma“, dice uno dei dipendenti mentre rientra nei magazzini dopo aver rifornito il frigo delle insalate. Il collega al banco frigo sistema le ultime confezioni di uova, prova a stemperare la tensione: “Ma se ce ne dobbiamo andare, meglio farlo con il frigo vuoto no?“. Ai cassieri sono stati imposti i guanti, ma non le mascherine, dice una dipendente quasi alla fine del turno di una “domenica da dimenticare”. “Se chiudono tutto e’ giusto – commentano in fila alle casse -, meglio prima che dopo, quando e’ troppo tardi. Ci adeguiamo. Non servono le polemiche”. Mentre per qualcuno “e’ pazzesco che sia tutto vuoto, un’esagerazione. La gente fa spesa come se fossimo in guerra”.

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