“E’ stato un incubo. Sono emotivamente distrutto, arrabbiato; un gran dispiacere. E’ stata una presa di posizione assolutamente non di buon senso. Vacanza di una settimana buttata alle ortiche per i miei 60 anni, festeggiati praticamente in aereo, con le mie figlie in lacrime che si sono viste portar via un sogno. Un gran danno emotivo. Ho visto scene di pianto, di urla, di disperazione perche’ non sapevamo che fine avremmo fatto. Devo ringraziare il comandante dell’Alitalia, che ha saputo gestire la situazione, a fronte di una zero ospitalita’ locale: mi sono sentito ‘cittadino di Alitalia‘“: è la testimonianza all’aeroporto di Fiumicino di un milanese rientrato dalle Mauritius con il gruppo di 40 connazionali originari della Lombardia e del Veneto che hanno scelto di tornare in Italia dopo che le autorità locali avevano fornito l’alternativa tra la quarantena o il rientro. “Non so neanche con chi devo prendermela per quello che e’ successo. Mi piacerebbe che ora, non so chi, qualcuno facesse un gesto nei nostri confronti. E mi auguro di non perdere i miei soldi, sarebbe una beffa tremenda. Ci hanno fatto solo scendere in un corridoio di approccio all’aeroporto; siamo stati seduti per terra, non ci hanno neanche fatto accedere ai bagni, al bar; solo tempo dopo ci hanno dato dei tramezzini con dell’acqua. C’erano bimbi piccoli, una di un anno e mezzo che, povera stella, non aveva neanche i pannolini di ricambio, e che e’ diventata la mascotte del gruppo; isolati per ore, le notizie rimbalzavano ed in pratica siamo stati sull’aereo per piu’ di 24 ore, avremmo fatto il giro del mondo. Ad un certo punto, colpo di scena, le autorita’ locali hanno chiesto chi fosse della Lombardia e del Veneto e che dovevamo rimanere a bordo. Abbiamo capito che la vacanza sarebbe saltata. Nessuno di noi ha fatto il furbo, facendo finta di non essere di tale provenienza e provando quindi a scendere“.
“Cio’ che e’ successo, e ce ne siamo accorti solo dopo un paio di ore di attesa prima di poterci imbarcare, e’ alquanto strano e da un punto di vista microbiologico, assurdo – ha raccontato un altro passeggero – perche’ se sono dei passeggeri che l’Italia ha lasciato uscire, vuol dire che non sono dei passeggeri contagiati e quindi avevano tutto il diritto di poter sbarcare. Ed invece li hanno sottoposti ad una specie di ‘ricatto‘: o scendete e state in quarantena o ve ne tornate, creando un clima di paura pure tra di noi. Molti passeggeri, infatti, che stavano alle Mauritius e che dovevano tornare a casa, hanno preferito non prendere questo aereo“.
“Ci hanno detto che era stata emanata un’ordinanza dalle autorita’ e non potevamo scendere. Questo perche’ venivamo da Lombardia e Veneto. Non siamo scesi dall’aereo. Non ho visto altro che l’aereo in questo viaggio meraviglioso. Nessuno era stato male. Manco ci hanno guardato in faccia, eravamo seduti per terra“: lo ha raccontato all’AGI Federico, tra le 40 persone provenienti da Lombardia e Veneto, arrivato a Fiumicino con un volo Alitalia dalle Mauritius, nell’Oceano Indiano. “Non saprei a chi dare la colpa. Torno dalla mia famiglia a Bergamo, non ho paura del Coronavirus, voglio solo ritrovare serenita’“.
“Chiederemo un risarcimento. Siamo partiti da Malpensa e nessuno ci ha controllati, neanche qui a Roma siamo stati controllati. Alle Mauritius potevano farci scendere tutti, abbiamo respirato la stessa aria, quindi siamo tutti infetti o tutti in salute. Eravamo accanto a passeggeri svizzeri. Ma a noi italiani ci hanno trattato da profughi, uno schifo. Erano scene da film, andavano bene per Checco Zalone e Verdone“: è la testimonianza rilasciata all’AGI da Tamara.
“In aeroporto alle Mauritius erano molto rigidi, avevano tutti le mascherine e ci parlavano da dietro dei vetri, comunque una procedura assurda dal momento che eravamo in viaggio con altre persone che invece sono scese per fare la vacanza, e potevano a quel punto essere anche loro contagiati,” ha spiegato all’AGI Massimo. “La cosa assurda e’ che ci hanno tenuto 24 ore in aereo e praticamente abbiamo girato il mondo, sono arrabbiato ma non so neanche con che prendermela“.