Previsioni Meteo Marzo 2020 – Certo in pochi, oramai, scommetterebbero in un riscatto invernale dopo una prima parte di stagione che ha visto un anticiclone pressoché dominante dal suo inizio. Complice anche il convincimento, piuttosto diffuso, che se non fa inverno a dicembre e gennaio, oramai sia tutto finito, è verosimile che l’idea di primavera inizi già a fantasticare nelle menti di molti.
E probabilmente a rendere più realistica l’idea, potrebbe essere un sussulto subtropicale previsto tra non molti giorni, ossia appena dopo metà mese, un sussulto di quelli che potrebbe per davvero far impennare la colonnina di mercurio e portarla a valori più che primaverili per un bel po’ di giorni.
Nonostante tutto, noi siamo più cauti nel decretare la fine della stagione invernale e abbiamo le nostre ragioni. Intanto l’analisi dei consueti indici predittivi AO, NAO e PNA su base dati ECMWF nel lungo periodo, evidenziano un progressivo decrescere dei primi due valori e, nel contempo, una crescita del PNA. Delle virate verso la neutralità di tutti e tre gli indici, palesamente positivi i primi due per tutto il decorso invernale sino a ora, spesso negativo il terzo, ci sono state, seppure a ricorrenza piuttosto ridotta; ma quel che scorgiamo dalle analisi ultime è il trend generale che è dato verso una progressiva e generale neutralizzazione di tutta la terna, naturalmente dopo i picchi ulteriori, e crediamo gli ultimi, che potranno accorrere nelle prossime 2-3 settimane.
Lo smorzamento delle esasperazioni positive e negative (nel caso del PNA) di questi indici avversi all’inverno, così come presentatisi sino ad ora, viene in qualche modo sostenuto anche dall’andamento termico e circolatorio alle medie e alte quote atmosferiche. I venti zonali, anche questi in nuovo significativo rinforzo dopo la metà di Febbraio, sono visti in progressivo decadimento, più efficace proprio dagli inizi del mese di marzo. Parimenti anche i picchi di raffreddamento stratosferico, sono visti smorzarsi e questo è anche un po’ fisiologico data la fase stagionale che si avvia verso la parte finale, sebbene progressivamente, mancando ancora ben oltre 40 giorni.
Insomma, come dire, le sezioni medio-alte sulla colonna polare hanno dato tanto fino ad ora in termini di raffreddamento, di compattezza e, di conseguenza, hanno dato molto poco in termini di inverno, ma prima o poi dovranno pur cedere e invertire un po’ la rotta. Ma se il tutto dovesse evolvere solo fisiologicamente per decadimento stagionale, probabilmente non ci sarebbe molto impatto sul finale di stagione, magari solo qualche fisiologico impulso continentale o artico conseguente a classici Final Warming.
Tuttavia, secondo le nostre analisi a mettere del “pepe”su un possibile finale di stagione decisamente più accattivante, potrebbe essere proprio lei, la Quasi Biennal Oscillation, in anagramma, la famosa QBO. Essa monitora l’andamento dei venti nella stratosfera equatoriale, quando è positiva i venti sono occidentali, quando è negativa, sono orientali e le varie disposizioni circolatorie influenzano, per più o meno trasporto di Ozono dall’Equatore al Polo, il Vortice Polare Stratosferico. Con buona probabilità è la responsabile di questo inverno anonimo per l’area Euro-asiatica, poiché è riuscita a tenersi in territorio positivo per gran parte della stagione, contrariamente a diverse ipotesi che la volevano negativa già da fine dicembre. Abbiamo già avuto modo di sottolineare l’anomalo comportamento di questo indice, con cambi di segno decisamente inconsueti nella tempistica, e piuttosto equivoca si è mostrata anche negli ultimi mesi.
Una QBO positiva, unitamente a un flusso solare oramai perennemente basso da anni, costituisce, si, un connubio per non inverno europeo. E così è stato. Ma i dati ultimi in riferimento alla QBO parlano chiaro: come mostra l’immagine sopra, l’indice, positivo dal novembre 2018 e con picco massimo a Maggio 2019, è stato in caduta libera proprio a partire dal picco di maggio, per portarsi in negativo alla quota di 30 hpa proprio in questo trascorso gennaio.
Ma per aversi effetti permeanti anche la Troposfera, l’indice deve raggiungere la negatività fin nella media bassa Stratosfera. Sempre dalla stessa immagine è visibile come il calo dell’indice sia stato progressivo anche nella sezione stratosferica medio-bassa, 50 hpa, raggiungendo il minimo, ancora una volta, nello scorso gennaio con il valore più basso, oramai prossimo all’azzeramento, di +1,89.
Probabilmente nei prossimi 15-20 giorni, dovrebbe passare in territorio negativo, come mostrano già diverse proiezioni. Insomma, anche per gran parte di febbraio, con buona probabilità cambierà poco o nulla rispetto all’andamento di gennaio, magari potrà aversi solo qualche breve strappo più instabile e relativamente più freddo subpolare, ma in rapido passaggio. Tuttavia nel corso di febbraio, potrebbero compiersi tutte quelle manovre in Stratosfera decisamente più favorevoli a condizioni invernali, manovre che poi condizionerebbero la Troposfera a partire proprio dal mese di marzo, con lag temporale necessario a che le manovre Strato permeino la Troposfera. Non sarebbe escluso, secondo le dinamiche simulate prossime, anche un MMW nel corso di Marzo, ossia un evento di riscaldamento estremo sulla Stratosfera polare con conseguenze invernali, se accadesse, sin verso la primavera. Ma questa è una forzatura.
La barica media che abbiamo prospettato nell’immagine in evidenza, potrebbe essere, secondo le nostre analisi, proprio caratteristica del mese di marzo. Beninteso, certamente non continua, tuttavia, siamo del parere che in diverse occasioni, magari più dalla metà del mese, ma con accenni anche in prima decade, una circolazione fredda di matrice russa o comunque continentale possa interessare il Mediterraneo centrale e l’Italia, grazie a prevalenti assetti anticiclonici a latitudini più elevate, tra Oceano e continente europeo. Riteniamo anche che possano esserci le condizioni affinché i nuclei freddi possano sfondare persino sull’Ovest del Bacino e del continente in più occasioni, configurandosi un mese di marzo all’insegna di eventi invernali a vasta scala.
Resta, naturalmente, solo una ipotesi evolutiva, ma supportata da diversi dati nelle nostre analisi.
La redazione di Meteo Web continuerà a monitorare questi dati e ad apportare periodici aggiornamenti sull’evoluzione stagionale.