A Progetto Fuoco 2020 le strategie per rilanciare il valore delle foreste, a partire dalla gestione sostenibile

Il bosco italiano è cresciuto più del doppio in 50 anni, con quasi 53mila ettari che si aggiungono ogni anno. Eppure siamo il penultimo Paese europeo per prelievi
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Sono cruciali nella lotta ai cambiamenti climatici, partecipano al ciclo dell’acqua, preservano le falde e aiutano a fronteggiare il dissesto idrogeologico, rappresentano il perfetto habitat per la biodiversità e sono anche fonte di occupazione e una preziosa risorsa dal punto di vista paesaggistico. E’ l’identikit delle foreste italiane e di un patrimonio collettivo che a Progetto Fuoco 2020, il più importante evento mondiale sui sistemi di riscaldamento a biomassa (Veronafiere, 19-22 febbraio), trova per la prima volta una vetrina privilegiata con Progetto Bosco, la nuova area tematica dedicata alla meccanizzazione forestale che in oltre 5.000 mq espositivi ‘racconta’ il bosco italiano e le produzioni top di settore, dai cippatori professionali e industriali ai centri per la produzione di legna da ardere, dalle macchine taglia-spaccalegna alle segherie mobili. A fare da valore aggiunto, inoltre, dimostrazioni pratiche, momenti di incontro e approfondimento e il percorso espositivo lungo sei ‘stazioni’ tematiche, arricchito dalla presenza delle più comuni specie delle zone alpine e appenniniche del Belpaese (pad. 6).

Per questa grande edizione 2020 della manifestazione – ha detto Raul Barbieri, direttore generale di Piemmeti, la società di Veronafiere che organizza Progetto Fuoco – abbiamo deciso di dedicare un ampio spazio al settore delle foreste, proprio per rimarcare non solo l’aspetto produttivo evoluto, ma anche il valore paesaggistico, economico e sociale che queste autentiche risorse rivestono per l’intero comparto, per l’ambiente e per il Paese. Da molti anni siamo in prima linea nella sensibilizzazione generale su questi fattori fondamentali e siamo convinti che oggi i tempi siano finalmente maturi per arrivare a quella svolta decisiva che possa sconfiggere i pregiudizi e la cattiva informazione e, allo stesso tempo, far apprezzare il lavoro svolto da questa sottofiliera e da tutta la filiera dell’energia che nasce dal legno, oggi indispensabile per il futuro energetico nazionale, europeo e mondiale”.

La nuova area espositiva ben sintetizza dunque il lavoro portato avanti dalle 6.500 imprese e dai 13mila operatori sparsi per lo Stivale. E dalla sua apertura si pone anche come un laboratorio di idee e strategie volte a rilanciare il valore del bosco italiano. Un ‘gigante delle rinnovabili’ che avanza a ritmi esponenziali ma che, pur rappresentando una risorsa decisiva per l’intera filiera e per il futuro energetico del nostro Paese, è ancora poco utilizzato.

Basti pensare che in soli 50 anni la superficie della foresta nazionale è più che raddoppiata, passando da circa 5 milioni di ettari a quasi 11 milioni, con una crescita che non accenna ad arrestarsi. Ogni anno sono quasi 53mila gli ettari in più presenti nello Stivale, a fronte degli oltre 322mila ettari in Europa, per un volume complessivo pari a 35,9 milioni di metri cubi (744 mln di metri cubi nell’UE). A brillare per estensione di boschi la Toscana (1mln di ettari), seguita da Sardegna, Piemonte e Veneto, senza dimenticare la Sicilia, pur essendo molto a Sud. Eppure, ad oggi, nel Vecchio Continente l’Italia è il penultimo Paese sul fronte dei prelievi (poco più del 18% e ben distanti dalla media europea che viaggia tra il 60% e il 70%) e per questo utilizza materiale importato dall’estero.

Il bosco – ha spiegato Marino Berton, coordinatore di AIEL – rappresenta il fattore alla base del nostro settore, ma anche un elemento vivente importantissimo che assolve molte funzioni. E’ il primo strumento per catturare la CO2 dall’atmosfera, produce energia e soprattutto il legno per le nostre case. Dobbiamo quindi tutelarla e utilizzarla bene non solo perché abbiamo bisogno della legna per far funzionare gli apparecchi, ma anche per assicurare la presenza dei boschi alle future generazioni e preservare l’ambiente. In poche parole, dobbiamo puntare su una gestione sostenibile, che permette di mantenere un sapiente equilibrio tra ciò che si toglie e ciò che cresce”.

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