Mancano poche ore al rientro sulla Terra di Luca Parmitano: chi è il primo comandante italiano della ISS

Luca Parmitano tornerà sulla Terra a bordo di una Soyuz-MS13, assieme all’astronauta della NASA Christina Koch e al cosmonauta russo Alexander Skvortsov
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L’astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) Luca Parmitano tornerà sulla Terra domani, 6 febbraio, a bordo di una Soyuz-MS13: gli faranno compagnia l’astronauta della NASA Christina Koch ed il cosmonauta russo Alexander Skvortsov.

Le manovre di distacco dalla ISS inizieranno alle 03:00 ora italiana, quando si procederà alla chiusura del portellone, mentre il distacco della navetta dalla Stazione Spaziale Internazionale è previsto alle 06:49. Le fasi di atterraggio inizieranno alle 09:00 ora italiana mentre la Soyuz toccherà terra alle 10:14, nelle steppe del Kazakistan.

Dopo l’atterraggio, AstroLuca volerà direttamente al Centro Addestramento Astronauti dell’ESA a Colonia con arrivo previsto intorno alle 22 ora italiana. Terrà poi una conferenza stampa presso il Centro Europeo Addestramento Astronauti – EAC – dell’ESA sabato 8 febbraio.

Parmitano ha dato supporto per oltre 50 esperimenti europei e 200 esperimenti internazionali nello spazio. Altre attività di rilievo hanno visto Luca eseguire la prima ‘sessione DJ in diretta’ dall’orbita terrestre, rivolgersi ai leader mondiali durante la Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico COP 25, e parlare con i Premi Nobel di esopianeti e della chimica delle batterie.
AstroLuca ha effettuato una serie di complesse passeggiate spaziali per la manutenzione dello strumento Alpha Magnetic Spectrometer (AMS-02) un rilevatore di particelle di antimateria e di materia oscura situato in cima alla struttura a traliccio S3 della Stazione tra una coppia di pannelli solari e radiatori. La NASA ha definito le uscite, chiamate tecnicamente EVA (da Extra-Vehicular Activity), particolarmente impegnative, in quanto AMS-02 non era stato inizialmente progettato per operazioni straordinarie di mantenimento.

Chi è Luca Parmitano, il primo comandante italiano della Stazione Spaziale

L’astronauta ESA Luca Parmitano è il 3° europeo e il 1° italiano a ricoprire il ruolo di comandante della Stazione Spaziale Internazionale (International Space Station crew commander): la cerimonia di avvicendamento al comando è avvenuta il 2 ottobre 2019, ed ha dato inizio alla “Expedition 61” e alla seconda parte della missione “Beyond”.

Nato a Paternò, Luca Parmitano si è diplomato al Liceo Scientifico Statale “Galileo Galilei” di Catania nel 1995.
Nel 1999 si è laureato in Scienze Politiche all’Università di Napoli Federico II, in Italia, con una tesi in Diritto Internazionale. Nel 2000 si è diplomato all’Accademia Aeronautica Italiana di Pozzuoli, Italia.
Ha portato a termine l’addestramento base con la U.S. Air Force alla Euro-Nato Joint Jet Pilot Training presso la Sheppard Air Force Base in Texas, Stati Uniti, nel 2001. Nel 2002 si è qualificato sull’A-11 presso il  101 Gruppo Unità Operativa di Conversione. Nello stesso anno, ha completato il corso JCO/CAS con la USAFE a Sembach, in Germania.
Nel 2003 si è diplomato come Ufficiale di Guerra Elettronica alla ReSTOGE di Pratica di Mare, Italia. Ha completato il Programma di Leadership Tattica (TLP) a Florennes, Belgio, nel 2005.
Nel luglio del 2009 Parmitano ha conseguito un Master in Ingegneria del Volo Sperimentale presso l’Istituto Superiore dell’Aeronautica e dello Spazio (ISAE) di Tolosa, Francia.
E’ stato selezionato come astronauta ESA nel maggio 2009.

Nel febbraio 2011, Parmitano è stato assegnato come ingegnere di volo alla missione di lunga durata 36/37 sulla Stazione Spaziale Internazionale. Luca è partito a bordo di un lanciatore Soyuz il 28 maggio 2013 dal cosmodromo di Baikonour, Kazakistan.
Durante la missione Volare, Luca ha trascorso 166 giorni nello spazio portando avanti oltre 20 esperimenti e prendendo parte a due attività extra veicolari e all’attracco di quattro navette. È rientrato a Terra l’11 novembre 2013.

Parmitano è stato promosso al ruolo di Colonnello dell’Aeronautica Militare Italiana subito prima della sua seconda missione nello spazio, Beyond, del 2019. Ha accumulato più di 2.000 ore di volo, si è qualificato su oltre 20 tipi di aerei ed elicotteri militari, ha volato su oltre 40 tipi diversi di velivoli.

Nel 2007 Luca ha ricevuto una Medaglia d’Argento al Valore Aeronautico dal Presidente della Repubblica Italiana.  Nel 2013 gli è stato riconosciuto il titolo di “Commendatore al Merito della Repubblica” dal Presidente della Repubblica Italiana.

Stazione Spaziale: acceso con successo AMS-02, Luca Parmitano prolunga l’attività dell’esperimento

spettrometro magnetico AMS-02È stato acceso con successo il 27 gennaio l’UTTPS (Upgraded Tracker Thermal Pump system), il nuovo sistema di raffreddamento del tracciatore dell’Alpha Magnetic Spectrometer (AMS-02). Cinque anni di sviluppo e quattro passeggiate spaziali, la prima il 15 novembre 2019 e l’ultima lo scorso 25 gennaio, dell’astronauta dell’ESA European Space Agency Luca Parmitano e del suo collega Andrew Morgan hanno permesso il raggiungimento di questo fondamentale risultato. Con il completamento di questa impresa – spiega in una nota l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – si estende così la vita in orbita di AMS-02, il rivelatore di particelle, frutto di una collaborazione internazionale cui partecipa anche l’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che opera a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) da maggio 2011. Dopo questo intervento, che ha comportato la più complessa attività extra-veicolare mai condotta da astronauti nella storia spaziale, AMS-02 sarà in grado di continuare a funzionare lungo tutta la vita dell’ISS, quindi fino al 2028, e magari anche oltre.

Quando, nel 2014, il sistema di raffreddamento del tracciatore ha iniziato a mostrare i primi segni di deterioramento è partita la progettazione del UTTPS, un apparato in grado di interfacciarsi con quello esistente e sostituirne le funzioni”, spiega Bruna Bertucci, ricercatrice dell’INFN e professore all’Università di Perugia, vice-responsabile della collaborazione internazionale che conduce l’esperimento. “In Italia – prosegue Bertucci – abbiamo verificato che il nuovo sistema fosse adeguato per operare in orbita e, sin dalla sua fase prototipale, un’accurata campagna di test è stata progettata e condotta nei laboratori dell’INFN e dell’Università di Perugia, in collaborazione con il MIT, il Politecnico di Aachen e la NASA, per verificare la resistenza dell’UTTPS agli stress del lancio verso la ISS, e la sua funzionalità in vuoto a condizioni estreme di temperatura”. “I risultati positivi della campagna di test sono stati confermati dal successo dell’accensione di oggi dopo l’installazione in orbita”, conclude la vice-responsabile di AMS-02.

AMS-02 è l’unico strumento attualmente in orbita in grado di distinguere i deboli segnali di antimateria tra i differenti tipi di particelle presenti nello spazio, indagando così sulla natura della materia oscura e ricercando possibili residui di antimateria dalle origini dell’universo.

AMS-02 ha raccolto ad oggi il più completo campione di raggi cosmici mai registrato, con circa 150 miliardi di particelle registrate dalla sua prima accensione nel 2011. Ha misurato con straordinaria precisione il flusso delle diverse componenti di materia (nuclei atomici ed elettroni) e di antimateria, fornendo il più ricco campione di antiprotoni e antielettroni, anche ad energie precedentemente inesplorate. I prossimi anni saranno cruciali per accumulare ulteriore statistica e comprendere l’origine e la natura dei segnali osservati. I risultati scientifici di AMS-02 stanno infatti portando nuove informazioni, in gran parte inattese, che mostrano i limiti dell’attuale comprensione dei meccanismi che stanno dietro l’origine, l’accelerazione e la propagazione dei raggi cosmici. Sulla base di questi risultati la comunità scientifica internazionale sta sviluppando nuove teorie che possano descrivere in maniera esaustiva i nuovi risultati di AMS-02, e fornire quindi, in sinergia con le informazioni complementari fornite dagli altri messaggeri cosmici quali fotoni, neutrini e onde gravitazionali, risposte a molte domande aperte circa i meccanismi di funzionamento ed evoluzione del nostro universo.

Il successo nell’installazione e accensione dell’UTTPS apre nuovi orizzonti nell’esplorazione dei complessi fenomeni che avvengono nella nostra galassia e nel nostro sistema solare. Il maggior tempo di osservazione, che si estenderà per più di un intero ciclo solare (11 anni), permetterà, infatti, ad AMS-02 di studiare l’influenza dell’attività solare sull’ambiente di radiazione attorno alla Terra fornendo per la prima volta informazioni sul comportamento delle differenti componenti della radiazione a energie non monitorate da altri strumenti in orbita. La conoscenza così acquisita potrà avere importanti ricadute, per esempio nella comprensione dei livelli di radiazione cui gli astronauti potranno essere esposti nell’esplorazione del nostro sistema solare.

AMS-02 è frutto di una collaborazione internazionale, diretta dal Premio Nobel Samuel C. C. Ting del MIT, i cui membri provengono da 15 nazioni in tre continenti (America, Europa, Asia). L’Italia ha dato un contributo fondamentale alla realizzazione dello strumento, sviluppando cinque dei sei rivelatori che lo compongono, partecipando al controllo delle operazioni in orbita e al sofisticato lavoro dell’analisi scientifica dei dati. Progettato nei primi anni 2000, AMS-02 è basato sulle tecnologie utilizzate nella fisica delle alte energie agli acceleratori applicate però, con ulteriori sviluppi, in ambiente spaziale: in oramai quasi nove anni di funzionamento in orbita, i rivelatori che lo compongono non hanno mostrato segni di invecchiamento, e mantengono le prestazioni originali di progetto. Questo rappresenta un grande successo per l’Italia, dimostrando l’eccellenza scientifica e tecnologica raggiunta nel settore dall’INFN, dalle Università coinvolte in questo esperimento, e dalle principali industrie aerospaziali italiane.

Portato in orbita nel 2011 con la missione STS-134 dello shuttle Endeavour e istallato sulla ISS in base a un accordo tra la NASA e il DOE (Department Of Energy), le operazioni dello strumento sono condotte dai membri della collaborazione nel centro di controllo (Payload Operation Control Center) situato al CERN, a Ginevra, e in stretto coordinamento con il team di supporto della NASA presso il Johnson Space Center.

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