Tumore della prostata: parere positivo del CHMP per darolutamide

Il carcinoma prostatico rappresenta la quinta causa di decesso per tumore negli uomini
MeteoWeb

Il Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea del Farmaco ha raccomandato darolutamide, antiandrogeno non steroideo (ARi), per l’autorizzazione alla commercializzazione nell’Unione Europea (EU). Il farmaco, sviluppato da Bayer in collaborazione con Orion Corporation, un’azienda farmaceutica finlandese che opera su scala mondiale, è raccomandato per il trattamento degli uomini con tumore della prostata non metastatico resistente alla castrazione (nmCRPC), che sono a rischio di sviluppare malattia metastatica. La decisione finale della Commissione Europea per l’autorizzazione alla commercializzazione è attesa nei prossimi mesi. L’antiandrogeno (ARi) ha già ottenuto l’approvazione negli Stati Uniti, Brasile e Giappone e sono in corso ulteriori richieste in altri Paesi. Bayer è responsabile della commercializzazione a livello globale, in cooperazione con Orion Corporation in alcuni mercati europei, come Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito, Scandinavia e Finlandia.
Il parere del CHMP si basa sui risultati dello studio di Fase III ARAMIS, che ha valutato darolutamide in associazione con terapia di deprivazione androgenica (ADT) rispetto a placebo associato ad ADT, e che ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza libera da metastasi (MFS), endpoint primario di efficacia di darolutamide in associazione con ADT, con una mediana di 40,4 mesi rispetto ai 18,4 mesi di placebo in associazione con ADT (p<0.0001), e un profilo di sicurezza favorevole.
E’ fondamentale che i pazienti con nmCRPC, stadio di malattia in genere asintomatico, abbiano a disposizione opzioni di trattamento che ritardino le metastasi, limitando però gli effetti collaterali della terapia”, afferma Dr. Scott Z. Fields, Senior Vice President and Head of Oncology Development. “Il parere positivo del CHMP per darolutamide segna un passo avanti significativo, perché fornisce una nuova opzione di trattamento per prolungare la sopravvivenza libera da metastasi nel tumore della prostata non metastatico resistente alla castrazione e ridurre l’impatto dei possibili effetti collaterali, in risposta a un bisogno clinico non soddisfatto.”
Il parere positivo del CHMP ci permette di fare un importante passo avanti nel nostro impegno di offrire una nuova opzione terapeutica agli uomini con nmCRPC in Europa e nel fornire farmaci innovativi. Auspichiamo che la nostra co-promozione in collaborazione con Bayer possa essere di aiuto per i pazienti con tumore della prostata e per gli operatori sanitari”, sostiene Satu Ahomäki, Senior Vice President, Commercial Operations di Orion Corporation.
Il carcinoma della prostata non metastatico (confinato alla prostata), trattato con terapia di deprivazione androgenica (ADT) ma che continua a presentare una progressione biochimica anche quando il testosterone viene ridotto a livelli molto bassi, è conosciuto come nmCRPC. Sulla base dei dati di incidenza del tumore della prostata nel 2018, si stima che in Europa più di 67.000 uomini ricevano una diagnosi di CRPC. Circa un terzo degli uomini con nmCRPC sviluppa metastasi entro due anni.
Nello studio ARAMIS, la sopravvivenza globale (OS) e il tempo alla progressione del dolore erano endpoint di efficacia secondari. Al momento dell’analisi finale di sopravvivenza libera da metastasi, è stato osservato un trend positivo nella sopravvivenza globale (OS); i dati di OS non erano ancora maturi.
Oltre ai risultati di MFS, è stato osservato un ritardo del tempo alla progressione del dolore rispetto a placebo in associazione a terapia di deprivazione androgenica (ADT).
Gli altri endpoint secondari, il tempo alla chemioterapia citotossica e il tempo al primo evento scheletrico sintomatico (SSE) hanno mostrato un beneficio a favore di darolutamide al momento dell’analisi finale di MFS.
Gli eventi avversi più frequenti nel braccio con darolutamide in associazione con ADT, che si sono verificati con un incremento assoluto della frequenza di ?2% rispetto a placebo e ADT, sono stati fatigue/astenia (16% vs. 11%), dolore alle estremità (6% vs. 3%) e rash (3% vs. 1%). L’interruzione dovuta ad eventi avversi è stata osservata nel 9% dei pazienti in entrambi i bracci dello studio.

Lo studio ARAMIS

Lo studio ARAMIS è uno studio di Fase III randomizzato, multicentrico, in doppio cieco, controllato verso placebo, disegnato per valutare la sicurezza e l’efficacia di darolutamide per via orale nei pazienti con nmCRPC in trattamento con ADT e ad alto rischio di sviluppare metastasi. Nel corso dello studio clinico, 1.509 pazienti sono stati randomizzati in rapporto 2:1 a ricevere 600 mg di darolutamide per via orale due volte al giorno o placebo in associazione con ADT. Nello studio erano ammessi anche i pazienti con una storia di convulsioni.

Darolutamide

Darolutamide è un antiandrogeno (ARi) con una struttura chimica peculiare: si lega al recettore degli androgeni con un’elevata affinità e mostra una forte attività antagonista, inibendo la funzione del recettore e la crescita delle cellule di carcinoma prostatico.
E’ in corso uno studio di Fase III (ARASENS) di darolutamide nel tumore della prostata ormono-sensibile metastatico. Informazioni sullo studio sono disponibili nel sito www.clinicaltrials.gov. Il farmaco non è ancora stato approvato dall’ente regolatorio europeo.

Il carcinoma prostatico resistente alla castrazione (CRPC)
Il carcinoma prostatico è il secondo tumore per incidenza nella popolazione maschile in tutto il mondo. Si stima che nel 2018, nel mondo, 1,2 milioni di uomini abbiano ricevuto una diagnosi di carcinoma prostatico e circa 358.000 siano deceduti a causa di questa patologia. Il carcinoma prostatico rappresenta la quinta causa di decesso per tumore negli uomini. Il carcinoma prostatico è causato dalla proliferazione anomala delle cellule all’interno della ghiandola prostatica, una parte dell’apparato riproduttivo maschile. Interessa prevalentemente gli uomini di età superiore a 50 anni e il rischio aumenta con l’avanzare dell’età.
Le opzioni terapeutiche variano dalla chirurgia alla radioterapia fino alla terapia con antagonisti dei recettori ormonali, ossia sostanze che bloccano la produzione di testosterone o ne inibiscono l’effetto nella sede target. Tuttavia, in quasi tutti i casi, il tumore con il tempo diventa resistente alla terapia ormonale tradizionale.
Il CRPC è una forma avanzata della patologia in cui il tumore progredisce nonostante la terapia di deprivazione androgenica (ADT), anche in seguito alla riduzione dei livelli di testosterone nell’organismo. Negli uomini affetti da nmCRPC, un breve tempo di raddoppiamento del PSA è associato in maniera significativa a una riduzione del tempo alla comparsa della prima metastasi e alla morte.

Condividi