“La città è l’epicentro di questa emergenza. Il numero dei contagiati continua a crescere, di quelli portati in ospedale, messi in terapia intensiva. Purtroppo cresce il numero dei decessi, circa 50 al giorno, 300 nell’ultima settimana“: lo ha dichiarato il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ieri sera a Che tempo che fa, su Rai2. “Se non c’è modo di cambiare l’inclinazione della curva che cresce non saremo in grado di far fronte a tutte le necessità. Già in queste ore alcuni pazienti gravi sono stati trasferiti in altre regioni, che ringrazio per la disponibilità. Allo stesso modo, tante salme sono state spedite in altri luoghi per la cremazione. Il forno della città di Bergamo non è in grado di smaltire tutto il lavoro che deve fare; questo non per dare particolari truculenti ma per farvi capire la fatica, la sofferenza. Sono amici che muoiono, conoscenti, colleghi“.
“Si ammalano i medici negli ospedali e i medici di base, ce ne sono più di 70 ammalati per aver fatto il proprio lavoro. Mancano presidi di protezione per loro, per chi sta negli ospedali ma anche per i volontari che vanno a portare cibo e medicine nelle case degli anziani, e che in questo momento non siamo in grado di difendere. La richiesta partita forte dalla Lombardia nelle scorse ore di avere protezione con mascherine, camici e guanti è l’istanza più urgente, avere apparecchi di ventilazione per i pazienti gravi. La capacità di cura è stata costantemente aggiornata e sono stati trovati, anche con creatività, spazi e posti letti ma siamo veramente al limite“.