“E’ appena uscito uno studio sull’epidemia di COVID-19 in Europa degli epidemiologi dell’Imperial College di Londra, tra i più bravi del mondo.
Contiene tanti dati dei quali parleremo, ma ora voglio farvi notare la stima del numero di persone che sono state infettate in Italia al 28 marzo 2020. Questa stima corrisponde al 9,8% della popolazione, quindi intorno a 5,9 milioni di casi.
Capite perché i numeri che sentite in tv ogni giorno alle 18 non hanno molto significato?“: lo ha scritto, in un post su Facebook, il virologo Roberto Burioni.
Lo studio dell’Imperial College di Londra
Per giungere alle sue conclusioni, l’Imperial College di Londra si è basato su un’analisi matematica dei dati forniti quotidianamente dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie circa i decessi legati al virus in 11 Paesi europei colpiti dall’epidemia: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito.
“In Italia, come in altri Paesi europei, stimiamo che le infezioni riconosciute siano di diversi ordini di grandezza inferiori rispetto a quelle reali, soprattutto per la presenza di soggetti asintomatici o con pochi sintomi oltre che alla limitata capacità di fare test,” hanno spiegato gli esperti.
Sempre secondo l’Imperial College di Londra, grazie alle misure di contenimento sociale, nei Paesi europei esaminati sono stati già evitati 120mila morti.