“Questo rallentamento della velocità del numero di nuovi casi è il segno dell’azione positiva di queste esigenze di distanziamento sociale e questo ci deve far rinforzare nella voglia di continuare perché i risultati, lo sapevamo, arriveranno nei prossimi giorni, nel prossimo weekend, nei primi giorni della prossima settimana, per darci un ulteriore conforto ma sapendo che non si deve mollare“: lo ha affermato il virologo Fabrizio Pregliasco alla trasmissione radiofonica ‘Circo Massimo’ su Radio capital. Il virus, spiega Pregliasco, “è arrivato prima noi ma purtroppo stiamo vedendo che sta spazzando tutti gli Stati. Germania e in particolare la Spagna stanno soffrendo ancora di più di noi rispetto alla velocità e al numero di soggetti che devono essere assistiti“.
Siamo di fronte “una patologia subdola che ci ha preso alla sprovvista e soprattutto non abbiamo avuta quella contezza sull’importanza degli asintomatici. Siamo stati travolti da un’onda ed è difficile dire quanto si poteva fare di più o quanto si poteva fare meno. Sicuramente ogni azione di chiusura quanto prima fosse stata attuata tanto meglio ma in queste situazioni i decisori politici si trovano davvero sulla graticola“.
Non ci sarà “un picco unico, perché il picco italiano è la sommatoria dei picchi di province e comuni, e il contributo importante alla casistica viene dalla Lombardia. I dati ci dicono che, raggiunto un blocco, che supera il tempo di incubazione massimo del virus, deve darci un’evidenza di risultati. Speriamo che tutto questo ci sia“.
“Dal punto di vista dell’Italia c’è una situazione di lieve positività al di là di variazioni giornaliere di lieve rialzo, come quelle di ieri. Queste variazioni sono legate al fatto che sulla singola giornata incide il tempo di diagnosi, l’arrivo del caso a essere notificato, e in più sappiamo che i casi notificati, come sempre in tutte le epidemie, sono sottostimati: nella bergamasca, nel bresciano, a Milano, c’è l’oggettiva percezione che i casi siano di più.”
Pregliasco segnala un altro dato importante: “Gli accessi al pronto soccorso fortunatamente non sono in crescita, mentre l’altra settimana gli arrivi erano più frequenti. Tantissimi soggetti non sono censiti, e questo è legato alla variabilità della patologia, che vede una parte di casi che necessitano ricovero e molti casi che invece decorrono in modo più sereno“.