Secondo Nassin Nichilas Taleb, “il coronavirus non è un cigno nero“: lo ha dichiarato a “La Repubblica” l’inventore dell’espressione più usata in tutto il mondo con la quale si indica un evento inatteso che travolge tutto cambiando la storia.
“Manca una connotazione essenziale – spiega Taleb – l’imprevedibilità. E’ valido per la malattia in sé perché erano anni che la comunità scientifica avvertiva che prima o poi sarebbe scoppiata un’epidemia globale. Già ai tempi di Ebola si temette: non si diffuse perché si era sviluppato in un posto non troppo collegato col resto del mondo, ora invece l’epicentro è stato nel Paese interconnesso per antonomasia. Ma non lo è, un cigno nero, neanche per il crollo dei mercati: era nell’ordine delle cose una correzione vistosa, perché i prezzi erano troppo gonfiati, sia in Usa che in Europa. Un po’ di ‘drenaggio’ non farà che bene. Di momenti del genere ce ne sono stati tanti, anche senza epidemie“.
Coronavirus, un evento che travolge tutto cambiando la storia? “Non è un cigno nero, era prevedibile”
"Il coronavirus non è un cigno nero", secondo Nassin Nichilas Taleb, perché "manca una connotazione essenziale: l'imprevedibilità"
