“La curva ci mostra che sembra stiamo arrivando a una sorta di plateau (la fase in cui il picco si mantiene stabile per un certo periodo, ndr), un dato che ci dimostra che le misure stanno funzionando. Declinandolo nelle tre aree, abbiamo quella a più alta circolazione al nord, una intermedia con alcune migliaia di casi e altre che sono con un numero contenuto di casi, a limitata circolazione“: lo ha affermato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro al punto stampa all’ISS sull’andamento epidemiologico.
Il tema delle tre aree geografiche e in relazione ai contagi “è ancora attuale: Regioni con più casi, Regioni con meno ed altre con ancora un numero limitato di casi“. Bisogna mantenere “alta l’attenzione in tutto il Paese con per non far salire la circolazione del virus in quelle Regioni in cui è ancora contenuta“.
I dati “evidenziano in Lombardia una decrescita” dei nuovi casi, anche se “il numero di casi è ancora significativo“.
L’esperto segnala anche una decrescita nelle Marche.
“Stiamo approfondendo i dati sulle Rsa poniamo attenzione a queste strutture. Abbiamo realizzato un decalogo su come affrontare il virus, una lista per capire di cosa dotarsi, un corso specifico ed un supporto“. Su queste strutture, ha chiarito Brusaferro, “è molto importante adottare una speciale attenzione nella prevenzione e nel controllo“.
“La curva ci dice che siamo al plateau, non vuol dire che abbiamo conquistato la vetta e che è finita ma che dobbiamo iniziare la discesa e la discesa si comincia applicando le misure in atto“.
“Le scelte che dovranno essere prese in una fase di curva discendente dovranno evitare comunque di perdere il controllo dell’epidemia“. “Ipotizzando la ripresa di alcune attività bisognerà comunque tenere sotto controllo strettissimo i moltiplicatori dell’epidemia, tra cui le case di cura“. Secondo Brusaferro è comunque prematuro immaginare qualunque misura perché “occorre vedere la velocità di discesa della curva e ad oggi è difficile immaginare un azzeramento dei contagi“.
“Dobbiamo ragionare su come possono impattare diverse misure che si adottano. Ma su questa tematica non c’è letteratura a iosa, stiamo andando a modellizzare e ipotizzare scenari che finora non sono stati percorsi da paesi con sistemi di governi analoghi ai nostri. Non a caso siamo visti come paese pilota. Stiamo prendendo in esame varie misure possibili, e studiando quanto la curva decresce. Poi dovremo cominciare a muoverci individuando le attività da far ripartire facendo in modo che alcune aree più fragili vengano tenute strettamente sotto controllo”.
“La fascia di età che paga il tributo più alto è quella degli uomini dai 70 anni in su. Per quanto riguarda le persone morte, il 98% era portatore di almeno un’altra patologia“.
“E’ verosimile una sottostima dei decessi. Noi riportiamo i decessi segnalati con un tampone positivo. Molti decessi legati a polmoniti presumibilmente da Covid, per esempio nelle Rsa, non sono testati con tampone. Stiamo lavorando con l’Istat per mettere a punto una stima più precisa su questo“.
“Ci sono dei decessi a casa dove non c’è cartella clinica, o nelle case di riposo, ma è una stima che dobbiamo fare in maniera precisa“.