“L’alta percentuale di letalita’ negli anziani per me non e’ un fatto di assistenza sanitaria, il problema principale e’ che c’e’ una quota di persone che non vengono considerati casi, magari hanno una sintomatologia molto leggera e non hanno accesso ai tamponi e non vengono conteggiati. Questo si deve riflettere a un invito alla popolazione che sviluppa una sintomatologia lieve, anche una febbre, di stare a casa, non uscire neanche per la spesa e consultare il proprio medico. Dobbiamo convincere le persone che sintomi anche leggeri possono essere indicativi di una prima fase di una infezione da coronavirus”. Lo ha detto Fortunato Paolo D’Ancona, dell’Istituto Superiore di Sanita’, nel corso della conferenza stampa presso la sede della Protezione Civile nazionale.
“Il problema degli operatori sanitari e’ comune, c’e’ un grande numero di contagi, dobbiamo approfondire se in questi casi l’esposizione e’ avvenuta professionalmente o fuori dall’ambiente di lavoro”, ha detto D’Ancona.
Stabilire il numero dei decessi “con o per” il Coronavirus “e’ molto difficile”, ha chiarito D’Ancona, aggiungendo che e’ difficile “dire la reale causa” di morte anche perche’ gran parte dei pazienti deceduti presentano patologie pregresse gravi. “L’infezione da Coronavirus c’e’ – ha sottolineato D’Ancona -. E’ innegabile, pero’ e’ chiaro che le condizioni iniziali della persona, molto spesso sono condizioni difficili da gestire e per questo noi insistiamo sulla co-morbidita'”, ovvero sulla ricerca di eventuali patologie accessorie presenti o insorte durante il periodo di malattia da Covid-19. In linea generale, i pazienti che sono deceduti “sono persone che non sono ben compensate, hanno situazioni cliniche” per cui “ovviamente una malattia, una polmonite come questa, puo’ facilmente metterle in difficolta’ e portarle fino a un esito fatale”. Per quanto riguarda le co-morbidita’ “ci stiamo informando, ma al momento attuale noi ne abbiamo solo una – ha precisato -. Non abbiamo altri casi che ci risultano”. Tuttavia il dato e’ ottenuto “dalle comunicazioni con le regioni” e non “dall’analisi delle cartelle cliniche”. Quello delle cartelle cliniche “e’ un lavoro che avverra’ in profondita’ tra un po’. Non ho dati specifici per ogni persona”, ha concluso. Per quanto riguarda le fasce di popolazioni colpite dal coronavirus “non crescono i contagi tra gli ‘under 50′”, ha concluso D’Ancona.