“Bisognava proteggere l’intero territorio nazionale perche’ se in questo momento l’epicentro dell’epidemia e’ nella bassa Lombardia, ma e’ chiaro che c’e’ un aumento di casi al centro, anche il Sud non e’ immune e sappiamo che il virus puo’ correre molto veloce“: lo ha affermato Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanita’ a Circo Massimo di Radio Capital, intervistato da Massimo Giannini. “Quindi la cosa peggiore che possiamo fare e’ ignorare quello che e’ successo in Lombardia e vivere nel resto d’Italia come se nulla fosse. Bisogna alzare il livello di guardia per evitare che si diffonda al Sud, che tra l’altro ha anche un’organizzazione sanitaria piu’ critica“.
In riferimento alla diffusione del virus, Rezza sottolinea che “c’e’ una piccola diminuzione del tasso netto di riproduzione nelle ex zone rosse, e fa bene sperare che queste misure di distanziamento sociale siano efficaci. E’ importante rallentarne la velocita’ di diffusione perche’ possiamo anche affrontarlo e i casi gravi per fortuna sono una minoranza,ma se arrivano tutti insieme dopo, le strutture sanitarie non reggono l’urto“.
“La Lombardia ha retto abbastanza bene all’urto. E’ stato difficile confrontarsi con l’emergenza che si aggiunge con la routine, non esiste solo il Coronavirus, esistono anche altre patologie. Se adesso si rallenta la velocita’ del virus e le altre regioni possono dare una mano, tutto si semplifica“.