Il Giappone oggi commemora il 9° anniversario del disastro di Fukushima: l’11 Marzo 2011 un sisma magnitudo 9 ha generato uno tsunami, che ha investito la nota centrale nucleare con conseguente propagarsi delle radiazioni.
Secondo dati governativi, quasi 16mila persone sono morte in seguono al maremoto, e oltre 2.500 risultano ancora disperse. Almeno 3.700 persone sono decedute per problemi di salute associati al disastro. Oltre 470mila residenti sono stati costretti ad abbandonare le loro abitazioni in prossimità della zona di evacuazione, 50mila dei quali risultano ancora sfollati.
I lavori di bonifica dell’impianto richiederanno decenni, e procedono con difficoltà a causa dell’alto livello di radiazioni.
L’onda anomala riversatasi l’11 marzo 2011 sulla centrale di Fukushima Daichi ha provocato la maggiore crisi nucleare mai registrata dall’incidente di Chernobyl del 1986.
A causa dell’emergenza globale del coronavirus, per la prima volta dal 2012 è stato cancellato il tradizionale evento con le autorità e familiari delle vittime al Teatro nazionale di Tokyo, così come i raduni nelle aree maggiormente colpite (le prefetture di Fukushima, Iwate e Miyagi).
Il premier giapponese Shinzo Abe ha osservato un minuto di silenzio alle 14:46 in punto, l’ora in cui si è verificato il sisma. Altari e corone di fiori sono stati posti lungo i litorali del Tohoku, nel Giappone nord orientale, devastati dallo tsunami.