A quasi quattro anni dal drammatico terremoto che ha devastato il centro Italia l’Amatriciana è riconosciuta definitivamente dell’Unione Europea come Specialità tradizionale garantita STG contro imitazioni e falsi in giro per il mondo. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’annunciare la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue del 13 marzo l’iscrizione nel Registro europeo delle Denominazioni d’origine e Indicazioni geografiche (Dop-Igp) e Specialità tradizionali garantite (Stg) della celebre ricetta.
Si tratta del riconoscimento definitivo da parte dell’Unione europea di un piatto simbolo del terremoto del Centro Italia – evidenzia la Coldiretti – con la salsa Amatriciana tradizionale, fatta “secondo il metodo di produzione e la ricetta secolare del comprensorio di Amatrice”. Un riconoscimento che arriva con consenso unanime visto che nei tre mesi a disposizione per eventuali osservazioni nessuno ha sollevato obiezioni di sorta. Il carattere tradizionale dell’Amatriciana e – sottolinea la Coldiretti – è legato agli ingredienti impiegati e al metodo specifico di preparazione utilizzato tradizionalmente nel comprensorio dei Monti della Laga, dai quali la preparazione trae origine. Con l’iscrizione nel registro delle STG – rileva la Coldiretti – diventa ancora più importante garantire l’utilizzo di ingredienti al 100% Made in Italy, dal grano nazionale per la pasta al pomodoro, dal pecorino fino al guanciale ottenuto da maiali allevati in Italia.
Di fatto, si riconosce che la popolazione di Amatrice ha dato vita ad uno dei piatti più conosciuti della tradizione italiana rielaborando ed arricchendo un’antica preparazione pastorale, con l’introduzione del pomodoro intervenuta all’inizio del 1800. L’amatriciana – ricorda la Coldiretti – era il pasto principale dei numerosi pastori che vivevano sulle montagne di Amatrice che portavano nei loro zaini, pezzi di pecorino, sacchette di pepe nero, pasta essiccata, guanciale e strutto per preparare la cosiddetta gricia che con l’aggiunta del pomodoro è diventata l’amatriciana.
La promozione della ricetta– continua la Coldiretti – è il riconoscimento alla storia e alla tradizione di un territorio ferito quattro anni fa nel 2016 da terribile terremoto che ha devastato il Centro Italia e dal quale le aziende agricole, stanno tentando di risollevarsi anche grazie alla produzione degli ingredienti base del celebre sugo.
Con questo riconoscimento l’Italia consolida il primato europeo nelle produzioni di qualità con 301 denominazioni Dop/Igp e Stg ma anche 415 vini Doc/Docg, 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche, la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati (ogm), 40mila aziende agricole impegnare nel custodire semi o piante a rischio di estinzione e il primato della sicurezza alimentare mondiale.
La tradizione gastronomica italiana – conclude la Coldiretti – è il motore di una filiera agroalimentare estesa, dai campi agli scaffali e alla ristorazione, che raggiunge in Italia una cifra di 538 miliardi di euro pari al 25% del Pil ed offre lavoro a 3,8 milioni di occupati. Un successo ratificato anche da un record delle esportazioni che potrebbe migliorare ancora con una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che fattura oltre 100 miliardi di euro miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale.