Il Brasile ha battuto un nuovo record di morti in un giorno, con 217 vittime, raggiungendo cosi’ la somma totale di 2.141 morti a causa di infezione da Covid-19. Anche contagi confermati registrati nelle ultime 24 ore hanno segnato un record, con 3.257 nuovi casi, per un totale di 33.682 dall’inizio della pandemia. Il bilancio e’ stato divulgato dal ministero della Salute attraverso la piattaforma ufficiale del governo che registra le statistiche di contagio. Il numero di decessi rappresenta aumento dell’11 per cento rispetto a ieri, quando erano state registrate 1.924 vittime. Il numero di nuovi casi confermati invece rappresentato un aumento del 10 per cento rispetto ai dati di ieri, quando il numero complessivo di infettati era di 30.425. Il tasso di mortalita’ del paese ha raggiunto il 6,4 per cento, un decimo sopra il tasso registrato ieri del 6,3 per cento.
La maggior parte dei casi, 12.841, sono stati registrati nello stato di San Paolo, dove si registrano anche 928 morti. Secondo stato per numero di infettati, 4.349, quello di Rio de Janeiro, che conta anche 341 morti, seguito da Ceara’ con 2.684 casi e 149 morti, Amazzonia, con 1.809 casi e 145 morti e Pernambuco, con 2.006 casi e 186 morti. Tuttavia, secondo uno studio effettuato da un gruppo di scienziati e studenti di diverse universita’ del paese, tra cui l’Universita’ di San Paolo (Usp) e l’Universita’ di Brasilia (UnB), che hanno dato vita al progetto di ricerca attraverso il portale “Covid-19 Brasil”, il numero di casi di infezione da coronavirus in Brasile potrebbe superare i 313 mila. Secondo lo studio, il giorno 11 aprile il numero di contagiati da Covid-19 in Brasile sarebbe 15 volte superiore a quello ufficiale (20.727), dal momento che e’ stato rilevato come il Brasile, nonostante sia al quattordicesimo posto nella classifica dei paesi piu’ colpiti al mondo (in base ai dati ufficiali) e’ tra quelli dove inferiore e’ il numero di test per verificare il numero di contagiati. Gli Stati Uniti hanno effettuato 8.866 test per milione di abitanti, mentre il Brasile ne ha eseguiti 296. In base a questi numeri il numero dei contagiati sarebbe sottostimato del 93,45 per cento.
Il Brasile e’ stato il primo paese dell’America latina a registrare un caso di contagio e in termini assoluti e’ quello con i numeri piu’ alti in quanto a persone infette e decedute. Il presidente Jair Bolsonaro, che ha piu’ volte denunciato “esagerazioni” da parte della stampa, difende la necessita’ di combinare la lotta all’emergenza sanitaria con la difesa dell’occupazione, evitando al paese la serrata totale praticata da diversi amministratori locali. Dalle prime avvisaglie del contagio, aveva spiegato il capo dello Stato in un recente messaggio alla nazione, le istituzioni hanno iniziato a lavorare all’emergenza, ma anche – “contro tutto e tutti” – a “contenere il panico” alimentato dai media e lavorando “alla strategia per salvare vite ed evitare la disoccupazione di massa”. Dall’inizio della crisi, Bolsonaro non ha mancato di farsi vedere in pubblico, circondato dai suoi sostenitori, contravvenendo in parte alle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms) e del suo stesso ministro della Salute, Luis Henrique Mandetta.
I differenti approcci si riflettono nelle numerose e differenti misure adottate dal governo federale, dai 27 stati e dai 5.570 municipi brasiliani per fare fronte all’emergenza sanitaria. Su tutto il territorio nazionale vige la raccomandazione di isolamento e quarantena per i pazienti contagiati o in attesa di verifica del contagio, emessa il 3 marzo dal ministero della Salute. Valide per tutti, inoltre, le raccomandazioni ad adottare misure igieniche di base, come lavare spesso e accuratamente le mani con acqua e sapone, utilizzare fazzoletti monouso per l’igiene nasale, coprire naso e bocca con un fazzoletto quando si starnutisce o si tossisce, evitare di toccare gli occhi, il naso e la bocca prima di lavare le mani. Ai cittadini inclusi nelle fasce di rischio (anziani, immunodepressi, pazienti affetti da malattie croniche) il ministero raccomanda di rimanere in case ed evitare il contatto con le persone.
A questi limiti si aggiungono quelli disposti a vario titolo dai 27 stati della federazione. Nella gran parte del territorio sono in vigore misure di “distanziamento sociale”, con la chiusura obbligatoria di tutte le attivita’, esercizi commerciali e servizi considerati non essenziali come ospedali, farmacie, supermercati e negozi di alimentari. Misure analoghe sono state adottate, per quanto di propria competenza dai sindaci di tutte le capitali di stato e molti municipi del paese. Non mancano pero’ le eccezioni. Lo scorso 27 marzo i governatori degli stati di Mato Grosso, Rondonia e Santa Catarina hanno disposto la riapertura di tutte le attivita’ economiche e la ripresa del trasporto pubblico sul territorio, mantenendo la sola raccomandazione di isolamento domiciliare per gli anziani e i cittadini in fascia di rischio.
Il governatore dello stato brasiliano di Rio de Janeiro, Wilson Witzel, ha da parte sua decretato la riapertura di diverse attivita’ in venti municipi dello stato dove fino ad oggi non si sono registrati casi di contagio del nuovo coronavirus. Rimangono vigenti le raccomandazioni del ministero della Salute di non creare assembramenti rispettando le distanze sociali. Ancora chiuse tutte le scuole, e confermata l’apertura dei servizi considerati essenziali: ospedali, farmacie, supermercati e negozi di alimentari. Oltre a bar e ristoranti, possono tornare a lavorare anche altri tipi di negozi, non con la vendita diretta, ma con consegne a domicilio. L’attuale regime, che modifica il decreto di fine marzo con cui si disponeva il blocco totale delle attivita’ non essenziali, durera’ fino al 30 aprile.
Il governatore dello Stato brasiliano di San Paolo ha annunciato oggi una nuova proroga delle misure “distanziamento sociale”, che prevedono la chiusura obbligatoria di tutte le attivita’, esercizi commerciali e servizi considerati non essenziali come ospedali, farmacie, supermercati e negozi di alimentari, fino al prossimo 10 maggio. A San Paolo citta’ dove si concentra la stragrande maggioranza dei casi del paese, le misure restrittive erano state attuate gradualmente fino alla disposizione di chiusura totale a partire dal 24 marzo e fino al 7 aprile. Tuttavia la crescita molto rapida di casi, aveva gia’ spinto una prima volta il governatore Joao Doria a estendere la quarantena fino al 22 aprile. Considerati i risultati ottenuti il governatore ha voluto prolungare ulteriormente la misura.
Ci sono poi i casi dei sindaci di 14 municipi, localizzati negli stati di San Paolo, Parana’, Para’ e Sergipe, che hanno disposto misure piu’ stringenti, come il coprifuoco. L’ultimo in ordine di tempo e’ stato il sindaco di Itapira (San Paolo) che, oltre a disporre l’isolamento notturno dalle 21,00 alle 6,00 fino al 22 aprile, apre alla possibilita’ di denuncia per i cittadini che violino il coprifuoco.